È sempre entusiasmante incontrare persone che hanno fatto diventare la propria passione un mestiere. Se poi queste persone sono nate in Sardegna e hanno seguito i loro sogni, pur nelle difficoltà di lavorare in un’isola come la nostra, tra limiti e ispirazioni, lo stimolo è maggiore.
Nella rubrica “Storie di sardi” racconto spesso di come molte persone credano nelle proprie idee e convinzioni, lottando con i limiti geografici, di collegamenti, e culturali della nostra regione.
Paolo Isoni, classe1981, è originario di Monti, ma porto rotondino d’adozione. Dopo essersi formato all’Istituto Marangoni di Londra ha deciso di creare il suo marchio. Oggi è uno stilista conosciuto e i suoi abiti sono indossate da tantissime donne del jet set internazionale.
Muovesi nel mondo della moda in Sardegna non deve essere semplice per questo motivo mi sono messo in contatto con Paolo che nuovamente ringrazio.
Ho avuto il piacere di incontarlo e gli ho rivolto alcune domande per conoscerlo meglio.
Paolo, quando hai deciso di creare la tua azienda?
Quando alla fine del mio percorso all’istituto Marangoni pensai al futuro ci fu un momento di panico: andare a lavorare dove? La mia insegnante mi disse che le mie idee potevo metterle in pratica da solo. Senza esitazione cercai dei laboratori e il 12 luglio del 2011 aprivo le porte della mia boutique. Non fu per niente facile ma le parole della mia insegnante le ripetevo come un mantra.
Come nascono le tue collezioni? A cosa ti ispiri? Ci sono luoghi che ti stimolano nella realizzazione dei tuoi capi?
Le mie collezioni nascono per le Donne, e loro stesse sono la mia fonte di ispirazione. Mia madre è fonte inesauribile, la sua innata eleganza mi ha plasmato e il mio concetto di moda pesca sempre da quel mondo. L’eleganza non ha bisogno né di loghi né di orpelli. Un abito accompagna il corpo e segue il suo movimento, mai il contrario.
Ci sono degli stilisti che influenzano il tuo stile?
Valentino! Sognavo quando da bambino vedevo i suoi meravigliosi abiti rossi scendere la scalinata di Trinità dei monti. Donna sotto le stelle era magia pura.
Parlami del tuo stile. Nei tuoi abiti vedo colori accesi ma si evince anche eleganza senza tempo. Mi dicevi che non ami gli abiti “rigidi” mentre prediligi linee curve e delle forme morbide.
Il colore è allegria, è vita. Le costruzioni rigide come armature non mi piacciono. Prediligo tessuti strech che accompagnano la sinuosità del corpo. Amo avvolgere ogni corpo con morbidezza, come una carezza sul corpo il tessuto diventa una seconda pelle.
È bello vedere dei giovani che decidono di creare impresa in Sardegna. Immagino che non sia tutto rose e fiori…
Per un creativo fare impresa non è semplice! Dal tavolo da taglio devi passare alla scrivania per pagare gli F24. In Sardegna c’è stata una storia e una grande tradizione ma oggi le nuove generazioni prediligono un posto fisso in ufficio piuttosto che imparare un mestiere e lavorare con le mani come un artigiano sapiente insegna.
La moda è un’arte? Parlando con te ho capito che consideri un capo di abbigliamento un qualcosa di più effimero.
Non assimilerei la moda all’arte. Una è eterna fonte di ispirazione anche per noi mentre un abito nasce per un utilità immediata. Un vestito rappresenta il momento che vive chi lo indossa, spesso ci si identifica ma con il tempo si cambia…
Viviamo nella società dell’apparenza, dove è più importante come appari agli altri che come sei. C’è qualcosa che possiamo salvare come contenuto, un ideale, nel mondo della moda?
Salviamo l’amore per le Donne, il rispetto passa anche attraverso un abito. Vedo certi vestiti che diventano mortificanti.
Cosa consiglieresti ai giovani che vogliono intraprendere questa strada?
Dare consigli richiede una saggezza meno terrena perciò dico a tutti di seguire i sogni e realizzare i desideri con l’unica ricetta possibile amore, sacrificio e disciplina.