Forse non siamo mai coscienti di quanto internet ci permetta di scoprire tante cose nuove, luoghi e soprattutto di conoscere nuove persone. Una cosa che mi ha sempre affascinato dei social network è la capacità di rimanere in contatto con persone che non vedi da anni, di conoscere nuovi amici e anche di trasformare delle conoscenze online in incontri reali.
C’è un tipo di persone che sul web hanno sempre attirato la mia attenzione: i sardi che per amore della propria terra sono tornati in Sardegna dopo tanti anni, tra i quali ci sono molti che hanno intrapreso nuove attività imprenditoriali.
Li ho sempre apprezzati ed involontariamente, mi hanno sempre posto una domanda su di me e sul mio rapporto con la Sardegna. Forse è anche grazie al loro desiderio e al loro coraggio che ho scelto anch’io di tornare sull’isola.
Valeria Gentile è una di loro, giovane scrittrice originaria di Nuoro, ha viaggiato in tutto il mondo ed è poi tornata in Sardegna decidendo di aprire con la madre una piccola, originale ed accogliente struttura ricettiva, L’Essenza. Le ho rivolto qualche domanda per capire un po’ di più le sue scelte.
– Ciao Valeria, dimmi un po’ chi sei e di cosa ti occupi.
Valeria. Sono Valeria Gentile di Nuoro, 31 anni, scrittrice e organizzatrice di eventi, ed insieme a mia madre gestisco L’Essenza Oasi Sensoriale.
– Perché hai scelto di tornare in Sardegna? Sei contenta della scelta fatta?
Ho scelto di tornare in Sardegna perché è un posto che mi fa stare bene. Mi sono sentita a casa ovunque, girando come reporter tra Europa, Medioriente, Africa e Asia, ma preferisco mantenere stretto il contatto naturale con l’isola che mi ha fatto nascere e che mi ha dato tanto, restituirle qualcosa di bello e farne il trampolino da cui ripartire sempre. Sono molto contenta della scelta fatta, e a tal proposito ti do una piccola anteprima: parla proprio di questo il mio ultimo libro, scritto a quattro mani con Andrea Atzori (l’autore di Iskida della Terra di Nurak) con le bellissime illustrazioni di Maurizio Brocca. Si intitola “Di terre e di respiri” e sarà nelle librerie per Natale.
– Raccontami un po’ de L’Essenza. Da che cosa nasce? Come è stato per te iniziare una nuova attività da zero nell’isola?
L’Essenza è un affittacamere di eco lusso su una collina vista mare nell’agro di Posada. Ha solo quattro camere, circolari in pietra e legno come i pinnettos degli antichi, e ognuna è legata a una pianta endemica sarda con un percorso sensoriale aromatico (Mirto, Ginepro, Lavanda, Elicriso). Nasce dal desiderio di creare qualcosa di nuovo e di bello che rievocasse però l’antico lusso naturale della nostra terra, un luogo di accoglienza e relax che facesse stare bene le persone, ma allo stesso tempo rispettasse il territorio e i suoi equilibri: il nuovo turismo responsabile è lussuoso ma rispettoso dell’ambiente. Crediamo fortemente che gestire le proprie risorse naturali con intelligenza e devozione è non solo possibile ma necessario per la salvaguardia del pianeta. Siamo aperti tutto l’anno e offriamo servizio di pernottamento e prima colazione, insieme a cromoterapia e aromaterapia in camera e possibilità di prenotare massaggi rilassanti, escursioni nel Parco Naturale, sessioni di yoga e Feldenkrais e molto altro. (Se siete curiosi potete visitare il sito www.essenzasardegna.com)
– Cosa consiglieresti ad un giovane che nasce in Sardegna?
Iniziare una nuova attività in Sardegna è molto difficile ma nello stesso tempo una sfida importante e irresistibile: essendoci ancora così poco è un territorio tutto da esplorare, ideare e valorizzare. Qui c’è tantissimo da fare, e anche se ci sono molti ostacoli sia burocratici che culturali, la soddisfazione di dare un contributo per migliorare la situazione è tanta e i risultati si vedono. Ai giovani sardi consiglio di seguire il proprio cuore, le proprie aspirazioni, non lasciarsi intimorire dalle strade in salita ma di fare la propria parte: non è solo un diritto ma anche un dovere. Per sentirsi vivi, per crescere come esseri umani, occorre dare qualcosa al mondo. Ma anche gli adulti, almeno fino ai cinquant’anni, possono fare molto: quella è una generazione spesso incastrata in situazioni di lavoro asfissianti e distorte, ma ricca di valore e di esperienza che aspetta solo di essere incanalata in progetti con un’anima.