La Sardegna è ricca di eventi tradizionali molti dei quali hanno origine antiche e si svolgono ogni anno da centinaia di anni. Si tratta spesso di eventi religiosi, riti che raccolgono la devozione popolare verso i santi o che uniscono il sacro al profano (come nel caso degli eventi di Carnevale). Fede, folklore, tradizione e senso di appartenenza si mescolano in tutti questi eventi.

La festa di Sant’Antonio Abate a Mamoiada

Questa festa, nota anche come festa di San’Antonio “de su o’u”, rappresenta un evento molto sentito per la comunità mamoiadina essendo il primo giorno d’uscita dei Mamuthones e Is Issohadores, le maschere tradizionali di questo paese.. Durante questa occasione si accendono diversi roghi, dedicati al Santo in quanto la tradizione vuole che Sant’Antonio sottrasse il fuoco dall’inferno per donarlo.
La festa inizia con il rito della processione e la benedizione delle braci e della statua del santo.
Il 17 gennaio i Mamuthones e Is Issohadores sfilano attorno ai falò e danno il via alla festa durante la quale ci si scambia dolci tradizionali.
Presso la sede della Pro loco è possibile assistere alla vestizione delle maschere dei Mamuthones e Issohadores.

Anche in altri paesi della Sardegna la festavi Sant’Antonio è molto sentita e, per l’occasione, si accende un rogo in in onde del Santo e nelle chiese si benedicono gli animali domestici.

La Sartiglia di Oristano

Chi mi segue sa che amo questa tradizione lunga più di cinque secoli. Si tratta di una giostra equestre durante la quale si sfidano cavalieri in maschera sotto la guida del misterioso “Su Componidori” per poi esibirsi in acrobazie, e pariglie. L’evento si svolge la domenica e il martedì di Carnevale e il momento più significativo è la Vestizione di Su Componidori che guida la corsa.

Il carnevale di Bosa ( Carnevale ‘Osingu)

Poco conosciuto ai più il Carrasegare ‘Osingu è il tradizionale carnevale della città di Bosa, uno tra i più particolari della Sardegna, in quanto molte delle tradizioni vengono portate avanti grazie alla partecipazione della comunità cittadina stessa.
Ogni giorno della settimana di Carnevale, infatti, si festeggia l’evento in maniera differente.
Tra tutte le tradizioni quelle del martedì grasso sono quelle che suscitano maggiore curiosità. La mattina, uomini vestiti da donna a lutto, rappresentando sas Attittadoras, (le ‘lamentatrici’ ) vanno alla ricerca di “unu tikkirigheddu de latte” (un goccio di latte) per nutrire i propri bambolotti, “sos pitzinnos“.

pagaiando sul temo

La sera ci si veste di bianco e si dà spazio alla rinascita. Con una lanterna in mano si va alla ricerca, con allusioni sessuali, di Giolzi Moro (Re Giorgio), simbolo del Carnevale che ormai sta per finire per poi bruciarlo in un grande rogo.
Tra gli altri eventi in programma, il giovedì si tiene la sfilata dei carri allegorici con la presenza della banda del paese. Il sabato sera si svolge la “Festa delle Cantine” o “Cantine in Maschera”. Le cantine aprono le porte ai visitatori, offrendo vino e specialità locali. Un particolare momento di convivalità, con tanta musica e divertimento.
La domenica il Fiume Temo ospita “Un fiume di maschere” una sfilata di figuranti a bordo di piccole barche, sup e canoe.

I riti della Settimana Santa

I riti della Settimana Santa costituiscono un’altra parte importante di tradizioni in tutta l’isola.

Il lunedì della settimana santa è da non perdere il Lunissanti di Castelsardo che rappresenta il giorno più sentito per questa comunità. Si inizia con una messa e successivamente con una processione durante la quale i membri della Confraternita di Santa Croce, indossando una veste bianca con cappuccio, trasportano gli oggetti della passione di Cristo (i Misteri) accompagnati da tre cori.
La processione è in realtà un piccolo pellegrinaggio in quanto giunge sino alla Basilica di Nostra Signora di Tergu, dove si celebra un’altra messa e i Misteri presentati alla Madonna con il compianto sul Cristo morto (s’attitu).
La sera il corteo rientra a Castelsardo e si realizza il momento più suggestivo del Lunissanti. Il borgo con tutte le luci spente è illuminato dalle sole fiaccole dei cantori e di confratelli.

In diversi borghi si celebrano i riti dell’Ultima Cena, della Crocifissione e della Deposizione (S’Iscravamentu). Durante quest’ultimo, in particolare, il simulacro del Cristo viene deposto dalla croce e deposto in lettino.

Sono famosi i riti nei paesi di Aggius e Alghero ma anche nella Chiesa di San Paolo a Olbia.

Il giorno di Pasqua in tutti i paesi si celebra il rito de S’Incontru, l’incontro tra la Madonna e Gesù Risorto accompagnati da due cortei. I due simulacri vengono inclinati l’uno verso l’altro come ad abbracciarsi dando vita ad un momento particolarmente emozionante.

La Cavalcata Sarda

La penultima domenica di maggio o a inizio giugno a Sassari si svolge un altro importante appuntamento per il folklore dell’isola. Migliaia di rappresentanti dei gruppi folkloristici in abiti tradizionali sfilano rievocando le cavalcate che si facevano in passato in onore dei regnanti.
La prima edizione risale al 1899 in occasione dell’inaugurazione del monumento a Vittorio Emanuele II in piazza d’Italia, alla presenza del re Umberto I e della regina Margherita di Savoia.

San Simplicio a Olbia

La festa del patrono di Olbia, San Simplicio è una delle più importanti di Olbia. L’evento si caratterizza per una settimana di eventi che inizia con i fuochi di artificio sul lungomare, e continua con concerti, balli, la tradizionale sagra delle cozze e infine la processione del Santo tra le vie della città con la presenza di gruppi folkloristici. E’ usanza divertirsi nel grande luna park allestito nel Parco Fausto Noce e gustare un panino al caddozzo, con salsiccia o polpi.

donna costume tradizionale

S’Ardia a Sedilo

S’Ardia di Sedilo è un’altra manifestazione che raduna ogni anno migliaia di persone. L’evento si tiene tra il 6 e il 7 luglio per festeggiare San Costantino. Pare infatti che in occasione della battaglia di Ponte Milvio l’imperatore sognò una croce con la scritta “In hoc signo vinces” (con questo segno vincerai) e, a seguito della vittoria contro Massenzio dichiarò la libertà di culto e favorì il diffondersi del cristianesimo.
L’Ardia è una corsa a cavallo alla quale possono partecipare solo i sedilesi. La gara ricorda la battaglia tra l’esercito di Costantino, rappresentato dai 3 cavalieri chiamati “sas pandelas” e quello di Massenzio, rappresentato dagli altri concorrenti.
La corsa si svolge attorno al santuario di Costantino e rappresenta uno spettacolo unico nel suo genere.

La Festa di Sant’Efisio a Cagliari

Quella di Sant’Efisio è una delle feste più importanti della Sardegna, essendo il santo patrone del capoluogo e protettore dell’isola. La festa si celebra il 1° maggio ed è occasione per rievocare il santo guerriero e sciogliere il voto rivolto nella pestilenza del 1652.
La festa dura fino al 4 maggio ed è caratterizzata da una processione di circa 80 chilometri che dal centro di Cagliari giunge fino a Niora, luogo di martirio del santo. Inizia con “sa ramadura”, un tappeto realizzato con i petali dei fiori. Il lungo corteo è costituito da carri decorati con fiori e frutta e migliaia di persone in abiti tradizionali provenienti da ogni parte della Sardegna.

I candelieri a Sassari

Anche questa è una festa molto antica, risalente ad almeno cinque secoli fa. Si svolge ogni anno il 14 agosto in occasione della Festa dell’Assunta.
I candelieri con i grandi ceri lignei sono trasportati sulle spalle per le vie della città fino alla Chiesa di Santa Maria di Betlem.
La “Faradda di li Candareri” è un rito che si ripete in ricordo della fine della pestilenza nel ‘600 ma le origini sono probabilmente più antiche.
I candelieri sono delle strutture in legno sorretti da otto persone. Ciascuno di essi è decorato con nastri e coccarde colorate e rappresenta un gremio, antica corporazione di arti e mestieri.
L’evento è dal 2013 riconosciuta dall’UNESCO Patrimonio culturale immateriale dell’umanità.

La corsa degli Scalzi a Cabras

Ogni primo fine settimana di settembre a Cabras, vicino a Oristano, si ripete il rito della Corsa degli Scalzi, una processione religiosa dedicata a San Salvatore. Il corteo si muove da Cabras al paese di San Salvatore di Sinis, il sabato, e in senso contrario la domenica.
Il nome deriva proprio proprio da Is Curridoris (vestiti da un camice bianco chiuso da un cordone) che compiono il cammino completamente scalzi, rievocando un evento di difesa della statua del Santo contro l’invasione dei mori nel 1619.
La tradizione racconta che gli scalzi scelsero di camminare con i piedi nudi e dei rami legati per sollevare polvere e sembrare più numerosi. I mori, infatti, si allontanarono. Da quella volta il rito si ripete per onorare il santo, sempre a piedi scalzi e attraverso sentieri polverosi. Pensate che il percorso è lungo ben 7 chilometri.

About the author

Daniele

Nato in Sardegna, ho vissuto a Firenze, Parigi, dove ho iniziato l'attività di blogger con "Un sardo a Parigi" e poi a Roma.
Dopo anni qua e là alla scoperta dell'Italia e di qualche località fuori dal bel paese, ho deciso di tornare in Sardegna per valorizzare e far conoscere la mia bellissima isola, il suo paesaggio, la sua storia e le sue tradizioni. Oltre alle diverse esperienze da vivere, in tutte le stagioni.

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