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Torno in Sardegna. È stata una decisione importante, difficile, ragionata ma dopo 12 anni torno sull’isola.

Ho deciso di tornare perché è saltata fuori una proposta di lavoro. È sempre stato forte il desiderio di rientrare, di far qualcosa per la mia terra, di valorizzarla, di viverla e farla conoscere a tutti.
Non è stato semplice prendere questa decisione. Scegliere un altro tipo di vita, di lasciare una certa routine, un lavoro che avevi fatto tuo, un certo ritmo e stile di vita al quale avevi fatto abitudine per iniziarne un altro, diverso, forse più lento, più sano per certi versi e anche un po’ più difficile per altri.
Prima o poi pensavo di fare questo passo. Da tempo cercavo di “tornare giù” per ritornare nel luogo che sento realmente casa e per dedicarmi maggiormente a passioni che non riuscivo più a coltivare a distanza.

In questi anni mi sono ambientato in luoghi diversi. Firenze, Parigi, Roma, Brighton sono state rispettivamente, a loro modo, “case” per gli anni di università, il primo lavoro, il secondo lavoro, le vacanze studio.
Ogni città mi ha dato qualcosa: sono cresciuto, mi sono fatto amici, ho visitato dei bellissimi luoghi, mi sono appassionato al blogging e al web marketing. Ho imparato tante cose, incontrato persone diverse, visto diverse sfaccettature del mondo e della vita.
Ora però sento il bisogno di tornare in Sardegna, la mia terra. In un mondo in cui la città sembra essere l’unica alternativa, in cui o ti muovi velocemente seguendo il ritmo frenetico della metropoli, o se tagliato fuori; in cui sembra che il lavoro – e il futuro – ci sia solo nelle città, può sembrare una scelta in controtendenza. Ma è il frutto di una riflessione degli ultimi anni e di diverse considerazioni su ciò che desidero per me e per la mia terra.

Ho avuto diverse sollecitazioni in questi anni che mi hanno portato a questa scelta.
Da una parte è una cosa che mi sono sentito dentro, sempre più forte negli anni. Non è solo questione di nostalgia ma la riscoperta del desiderio di vivere la mia terra e valorizzarla. E anche il vedere qua e là qualche segno.
E non posso perdermi l’occasione di un lavoro in Sardegna.
E poi col tempo mi è venuto da crede di più nelle cose che succedono ed essere più ottimista. Aver lavorato gratuitamente per un po’ di tempo, ad esempio, ed essermi impegnato per crearmi da zero un lavoro mi permette oggi di credere di più in me stesso e di buttarmi nelle cose in cui mi impegno.
E poi, durante le scelte personali forse non siamo così soli. C’è chi ci aiuta. E forse qualcuno, in modo misterioso ci prende per mano e ci accompagna per la strada: “Coraggio!”.

 

Che cosa ho imparato in questi anni
A Firenze ho imparato ad impegnarmi a raggiungere i miei obiettivi, a star di fronte alle cose da fare (lo studio in quel caso), a giudicare la nostalgia e la lontananza. Mi sono fatto degli amici, forse quella tipologia di amici che in fondo ti rimarrà per sempre, nonostante i km o il mare che vi dividono.
A Parigi ho amato lo stile di vita un po’ bohémien: nella vita non c’è solo il lavoro ma tanto altro. In giro per musei e mostre della ville lumière ho amato l’arte e nuovamente la bellezza dello stare insieme. È lì che ho scoperto il mondo dei blog e ho cominciato a condividere “i miei giri”.
A Roma ho conosciuto la bellezza del sacrificio, dell’iniziare da zero, gratuitamente, dell’inventarsi un lavoro, del fare più mestieri in uno, anche cose che non dovrebbero spettare a te. Ho iniziato a credere nuovamente in me stesso e ho riconosciuto che è possibile personalizzare il proprio lavoro, cercando ogni tanto di mettere un tocco di attenzione ai particolari e buon gusto che non guastano mai.
Ho imparato anche a vedere i problemi e le emergenze da un altro punto di vista, con meno ansia e più tranquillità e accontentarmi delle piccole cose.
Inizio la mia “quinta vita” portandomi dietro le altre quattro. In fondo quello che sono è un po’ tutto quello che ho vissuto, incontrato e imparato in questi anni. Senza rimpianti. È giusto aver nostalgia della passeggiate lungo la Senna, der mercato sotto casa a Roma, ma tutto è un bagaglio di esperienze che ci si porta dietro. Sono anni che è giusto che siano passati così: ho avuto modo di conoscere di più il mondo e così anche me stesso, i miei limiti, i miei desideri, da dove vengo. Sì, forse in questi anni ho imparato ad amare di più la mia terra.

 

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Perchè torno in Sardegna
Ora torno in Sardegna, perché è la mia terra, perché me lo sento dentro, perché ci sono tante idee, perché certi treni non passano più, perché volevo fare questo passo, perchè chissà… Ogni tanto ci vuole un po’ di sana incoscienza.
Torno in Sardegna perché non sono mai riuscito a dire “non tornerò mai più” e quando mi chiedevano “torneresti in Sardegna se ci avessi un lavoro?” non sono mai a rispondere con un no convinto.

È una scelta frutto di tante riflessioni e considerazioni, anche dei consigli involontari di tanti amici, di quelli che hanno visto prima di me una profonda passione per la mia terra. “Ma tu vuoi tornare in Sardegna!”, “come sarebbe bello se tornassi in Sardegna!”.

In diversi momenti ho vissuto anche una certa “sana gelosia” verso chi è tornato, chi ama la Sardegna allo stesso modo e verso chi ha messo su qualcosa di suo, chi ha creduto nel territorio e nelle persone che ci vivono. Chi pensa positivo come diceva Jovanotti più di vent’anni fa.
È una sana gelosia anche verso chi vive e racconta il proprio territorio o la propria città con molta passione: e io?
In questi anni sono cambiato tanto. Ho imparato tanto. Ho visto tanti luoghi, tanti bei luoghi, musei, città, borghi e non posso vivere con rimpianti.
È tempo di recuperare certe passioni: l’amore per la natura sarda, il lavoro in campagna. Dovrò riambientarmi, dopo tanti anni dovrò rifarmi delle amicizie e riabituarmi ad un po’ di cose, a certi ritmi un po’ lenti e ad una certa insularità e isolamento.
Torno in Sardegna perché voglio condividere la bellezza della mia terra: dal mare alla montagna, un vasto territorio ricco di tante cose belle, di panorami mozzafiati, di escursioni imperdibili, di un alternarsi delle stagioni che mi manca.
Torno in Sardegna perché voglio far conoscere le tradizioni popolari della mia isola, il sapere artigiano, i mestieri di una volta e quelli di oggi che molti non conoscono.
Torno in Sardegna perché voglio essere ottimista che la Sardegna possa crescere, che è possibile un turismo alternativo e sostenibile, che possa essere sempre più conosciuta, amata, vissuta e visitata.
Torno perché mi manca il profumo del mirto in campagna, del sughero tra le vie del paese, del mare.
Fabrizio De André aveva scelto la Sardegna, nonostante l’isola lo avesse tradito con un brutto rapimento dichiarò che “la vita in Sardegna è forse la migliore che un uomo possa augurarsi: ventiquattromila chilometri di foreste, di campagne, di coste immerse in un mare miracoloso dovrebbero coincidere con quello che io consiglierei al buon Dio di regalarci come Paradiso”.

Qualcosa sta cambiando in Sardegna. C’è chi crede di più nel territorio, chi si è rimboccato le maniche, nonostante la crisi economica, la crisi del sughero, c’è chi ricomincia da capo, chi reinveste, chi ci sta.

Ho fatto tante valige in questi anni e ora preparo la mia valigia più importante. È forse la valigia più pesante per la quantità di ricordi di tanti anni passati fuori dall’isola, gli anni di università, i periodi all’estero e gli ultimi anni romani. Ci sono le fotografie degli amici e le cartoline dei luoghi visti.
In questa valigia c’è spazio per tutto ciò che ho imparato: quasi come una cassetta di attrezzi da utilizzare all’occorrenza per correggere, riparare, ricostruire da zero, .
E poi c’è una tasca piena di speranze, di cose che vorresti che si avverino e che hai imballato per bene perché vorresti che non si sciupassero durante il viaggio.

Sempre più blog!

Ecco online il nuovo blog! Che bello festeggiare questa ristrrutturazione con il mio rientro sull’isola.
Ho riorganizzato i post in modo che sia più facile la navigazione: potete leggerei vecchi post navigando per categorie o per tag utilizzando el barre di navigazione sulla barra destra del blog. A breve saranno online nuovi racconti, e nuove rubriche dedicate alla Sardegna e ai suoi abitanti! 🙂

Intanto potete iscrivervi all Newsletter compilando il form sulla barra laterale destra.

Mai come oggi ho voglia di vivere e raccontare la mia Sardegna e mai come oggi è aperto l’invito a seguirmi!

L’hashtag del ritorno in Sardegna è #TornoinSardegna (oltre al consueto #unsardoingiro).

E allora buon viaggio!
Che sia un’andata o un ritorno
Che sia una vita o solo un giorno
Che sia per sempre o un secondo
L’incanto sarà godersi un po’ la strada

Coraggio lasciare tutto indietro e andare
Partire per ricominciare
Non c’è niente di più vero
Di un miraggio
E per quanta strada ancora c’è da fare
Amerai il finale

About the author

Daniele

Nato in Sardegna, ho vissuto a Firenze, Parigi, dove ho iniziato l'attività di blogger con "Un sardo a Parigi" e poi a Roma.
Dopo anni qua e là alla scoperta dell'Italia e di qualche località fuori dal bel paese, ho deciso di tornare in Sardegna per valorizzare e far conoscere la mia bellissima isola, il suo paesaggio, la sua storia e le sue tradizioni. Oltre alle diverse esperienze da vivere, in tutte le stagioni.

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