In provincia di Nuoro, a poco più di un’ora da Olbia, il paese di Bitti offre diverse attrazioni per chi vuole scoprire la cultura e le tradizioni dell’interno della Sardegna.
Siamo in uno dei comuni del Montalbo nella parte centrale del nord Sardegna. Si caratterizza per essere disteso sui fianchi dei colli di Sant’Elia, di Monte Bannitu e di Buon Cammino, in un territorio ricco di vegetazione e di ampie sugherete.
Ecco cosa vedere e cosa fare a Bitti.
Museo multimediale del Canto a Tenore
I Tenores di Bitti sono tra i più famosi cori maschili della Sardegna. Il museo, allestito in un antico edifico nel centro storico del paese, nasce per valorizzare questa eccellenza della tradizione bittese definito “Capolavoro del Patrimonio Orale e Immateriale dell’Umanità” da parte dell’Unesco.
L’idea è quella di conoscere il canto mediante la tecnologia. In particolare una sala consente di ascoltare il canto a tenore come se ci si trovasse al di dentro. Per questo motivo ci si ritrova all’interno di una struttura multimediale costituita da quattro schermi che riportano le figure di quattro tenori ad altezza reale. Mediante un touch screen è possibile scegliere il coro e il brano da ascoltare, anche decidendo di ascoltare una o alcune delle 4 voci (oche, mesu oche, contra e bassu) che costituiscono il canto.
Il museo è finalizzato alla conservazione della ricca tradizione del canto a tenore della Sardegna con particolare attenzione a quella del centro dell’isola. E’ pertanto possibile ascoltare canti eseguite dai diversi cori.
L’ esperienza è davvero suggestiva e consente di approcciarsi in maniera pratica alla conoscenza del canto a tenore.
Una seconda sala è dotata di postazioni multimediali dotate di schermo e cuffie, mentre una terza di CD e visori per un’esperienza visiva a 360°. In una quarta otto video permettono di conoscere i gruppi più importanti. Infine, una quinta sala, dedicata ai balli, consente ai visitatori di provare i passi dei canti da ballo.
Museo della civiltà contadina
All’interno dello stesso edificio, caratterizzato da un cortile interno, si trova il Museo della civiltà contadina dove gli ambienti interni ricostruiscono la casa di una volta con arredi originali e utensili da lavoro. Le diverse sale adibite a diverse mansioni raccolgono oggetti di uso quotidiano e culminano con la sala dedicata alla preparazione del pane carasatu con la presenza di un forno basso dedicato alla cottura di questo pane della tradizione.
Una stanza è dedicata alle chiese del territorio di Bitti.
Le sale sono caratterizzate da soffitti con travi in legno e incannicciato; scale in legno collegano i piani.
Sito archeologico Romanzesu
Si può definire uno dei siti archeologici di epoca nuragica più importanti di tutta la Sardegna. A 13 km di distanza dal paese, immerso in una fitta sughereta, nascosto tra la vegetazione questo sito archeologico vi colpirà per le sue grandi dimensioni e per la caratteristica presenza di un’area sacrale unica nell’isola.
Si può visitare il sito liberamente ma consiglio la visita con la guida che per due ore vi accompagnerà alla scoperta del sito archeologico mostrandovi analogie con altri siti archeologici dell’isola e raccontandovi particolarità sugli oggetti ritrovati e sugli scavi finora condotti.
Il sito è stato scavato solo nel 1919 ma purtroppo alcuni scavi clandestini hanno danneggiato parte delle strutture murarie.
L’area archeologica risale al XVI secolo a.C. ed è ancora oggi oggetto di scavo.
Il sito rappresenta un unicum nel panorama isolano per la presenza di numerosi edifici adibiti a culto tanto da definire Romanzezu non un semplice villaggio nuragico ma un vero proprio centro cerimoniale comunitario di riferimento per le comunità del territorio. Nel sito colpisce la presenza di due templi a megaron, la presenza di diverse capanne a forma ovaidale, di più capanne per le riunioni (con sedili su tutto il perimetro) e di un’area sacra, una sorta di piazza suddivisa in quattro ambienti, circondata da sedili, costruita attorno ad un pozzo sacro, purtroppo mezzo distrutto.
Secondo gli studiosi il tempio a pozzo e l’area antistante testimoniano il culto dell’acqua e riti ad essa legati, forse con abluzioni purificatrici. Arrivando all’area sacra attorno al pozzo si intuisce la grandezza del luogo e della testimonianza che essa rappresenta per la civiltà nuragica.
Mostre d’arte
Da alcuni anni il paese di Bitti organizza delle mostre multimediali dedicate a grandi artisti dell’arte. Io ho visitato la mostra Viva la Vida dedicata a Frida Kahlo, una mostra che racconta la vita e le opere dell’artista messicana mediante alcune proiezioni delle opere dell’artista e sue citazioni su grandi schermi e la possibilità di fruire di una ricostruzione in 3D mediante dei visori.
Sebbene la location, il vecchio cinema Astra del paese, e il percorso di visita, si possono rivedere, c’è da ammettere che non è da tutti i centri della Sardegna organizzare delle mostre di questo tipo.
Io e la mia amica siamo rimasti colpiti dall’organizzazione, la possibilità di usufruire di un biglietto cumulativo per visitare anche gli altri musei e l’accoglienza anche nel consigliarci cosa vedere e dove andare a mangiare.
Sapevate che nel territorio di Bitti si trovano ben 20 chiese?
Siti di interesse archeologico sono anche la Tomba di Giganti di Guore e quella di Solle, mentre fuori dal paese si trova il santuario della Madonna del Miracolo.
Parco Tepilora
Il Parco Naturale Regionale di Tepilora si estende per ben ottomila ettari di foreste nei territori dei comuni di Bitti, Lodè, Torpè e Posada. Il parco offre la possibilità di camminate nella natura incontaminata.
Il parco inizia dalla foce del Rio Posada fino all’altopiano granitico di Bitti. Al centro di si trova il monte Tepilora (528 m s.l.m.), dalla caratteristica punta triangolare affacciata sul lago di Torpè.
Bitti Rex
Se avete bambini questo è il posto che fa per loro!
Il parco è senza dubbio una delle attrazioni più interessanti per i bambini dove poter unire la curiosità all’intrattenimento e la divulgazione scientifica.
Il parco, realizzato da una team italiano di paleontologi, è costituito dalla presenza di 10 ricostruzioni dei dinosauri a grandezza naturale con riambientazioni virtuali
La visita consiste in un’introduzione alla paleontologia e un’attività laboratoriale con il “calco del fossile”. Successivamente si ammirano le ricostruzioni a grandezza naturale dei dinosauri e di altri animali preistorici.