Dopo tanti anni ha riaperto a Tempio Pausania, in occasione delle giornate FAI (Fondo Ambiente Italiano) di primavera l’ex Carcere La Rotunda. Il luogo è stato candidato tra i luoghi del cuore 2022.
Nata nel 1847 come “Regie Carceri”, La Rotunda ha svolto la sua funzione sino al 2012.
L’edificio si caratterizza per la pianta circolare con cortile interno.
La fila di circa mezz’ora davanti all’ingresso stata ampiamente compensato dalla visita ad un luogo molto interessante che si trova nel cuore della città, proprio davanti al Liceo Classico G.M. Dettori.
Il progetto dell’edificio è dell’ingegnere Paolo Duce in servizio al Genio Civile di Sassari quando si decise di abbandonare le vecchie celle del Carcere Baronale, attuale Spazio Faber.
Ho fatto la visita guidata da una giovane studentessa, una degli “apprendisti ciceroni” del FAI. È stata l’occasione per scoprire la storia dell’edificio e la vita dei detenuti. Si accede dall’ingresso principale per poi passare attraverso il parlatorio dove, sotto l’occhio vigile delle guardie, i carcerati incontravano i propri parenti.
Le celle si affacciano sugli stretti corridoi che accompagnano la forma circolare dell’edificio, erano piuttosto anguste, con finestre piccole che a fatica lasciavano intravvedere il cielo e gli spazi esterni; erano provviste di fori per il controllo delle guardie. In alcune di esse si trova qualche arredo, qualche disegno o dipinto eseguito dai carcerati stessi. Le celle mostrano la cruda realtà della prigione, della vita in pochi metri quadrati senza la possibilità, spesso, di vedere persino il cielo. È presente anche una grande sala un tempo adibita a biblioteca e un gabinetto dentistico.
Si percepisce il forte senso di isolamento e oppressione dato dalla semplicità dell’edificio e dalla stessa struttura circolare. Pensate che i bagni privati nelle celle sono stati installati solo in tempi recenti e il riscaldamento in funzione solo dagli anni ’60.
Oltre al senso di decadenza, dato dall’età e dallo stato di conservazione dell’edificio, una certa sensazione di oppressione la danno anche gli spazi del cortile interno dove non c’era neanche la possibilità ci camminare in senso circolare. Anche nello spazio esterno due spazi chiusi erano destinati all’ora d’aria per i detenuti in isolamento.
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