Anche il territorio di Santa Teresa Gallura nel nord della Sardegna custodisce importanti testimonianze del passato. Il sito archeologico Lu Brandali risale all’epoca nuragica e rappresenta un interessante luogo per la sua collocazione geografica e l’organizzazione degli spazi. Una piccola sezione museale permette di approfondire la conoscenza della civiltà nuragica e di ammirare i reperti rinvenuti anche mediante tecnologie innovative.

Il sito archeologico risale al XIV sec. – X sec. a. C. ed è stato scoperto solo alla fine degli anni ’60 e scavato solo dagli anni ’80 fino al più recente nel 2016. E’ gestito dal 2012 dalla Cooperativa CoolTour Gallura.

un sardo in giro

Il nome “Lu Brandali” è un termine dialettale che significa tripode o treppiede ma indica anche qualcosa dalla forma triangolare.

Come si arriva a Lu Brandali?

Si raggiunge Lu Brandali prendendo Via Capo Testa, strada che dal centro abitato di Santa Teresa Gallura conduce fino all’affascinante promontorio di Capo Testa, appunto. Varcato il cancello si parcheggia l’auto in una piccola piazzola sulla destra e si cammina a piedi per due minuti fino alla biglietteria.

La visita al sito archeologico

tomba di giganti lu brandali
La tomba di giganti vista dall’esedra

Il sito si compone di tre principali architetture da scoprire camminando in mezzo alla natura: la tomba di giganti, il villaggio nuragico, costituito da 7 capanne, e la torre sud.

La tomba di giganti purtroppo non ha le dimensioni megalitiche di altre architetture analoghe che conosciamo sparse in tutta la Sardegna a causa dello spoliazione delle pietre per la realizzazione dei muretti a secco e la delimitazione delle proprietà private, a seguito della legge delle chiudende nel XIX secolo.

tomba di giganti
La Tomba di giganti vista da dietro

Come sappiamo la tomba di giganti non era dedicata alla sepoltura di giganti ma era una sepoltura comune. E’ caratterizzata da un lungo corridoio coperto da lastroni e un’esedra antistante utilizzata durante le cerimonie.

Successivamente si arriva al villaggio, oggi immerso in un piccolo bosco di lecci e macchia mediterranea. Pensate che si contano ben 35 capanne ma solo 7 sono quelle che sono state scavate e che oggi convivono insieme a grandi alberi e arbusti.

villaggio nuragico

Queste capanne si caratterizzato per essere state costruite con blocchi grossi pietra in parte appoggiati agli stessi affioramenti rocciosi presenti come noterete una volta che visiterete il sito. Le capanne venivano coperte con tettoie realizzate con rami, paglia, argilla e probabilmente anche pietre piatte.

capanna nuragica
Una delle capanne del villaggio nuragico
capanna nuragica
Capanna n.1 dedicata alla preparazione dei pasti

Caratteristica di questo villaggio era l’attività artigianale. In particolare nella zona più alta sono state trovati resti di strumenti e materiali, suppellettili differenti in ogni capanna che indicano l’impiego di ognuna di esse per una diversa attività artigianale. In una capanna, ad esempio, sono state individuate diverse macine per la lavorazione del grano, in un’altra sono stati trovati dei vasi per la conservazione delle derrate. In un’altra ancora sono stati ritrovati i resti della lavorazione del bronzo e della fusione dei metalli e in una i resti della trasformazione di argille in ceramica.

lu brandali santa teresa

La passeggiata termina una volta che si raggiunge la torre sud. Non si tratta di un nuraghe ma proprio di una delle torri che facevano parte della cinta muraria del villaggio. Lo scavo della torre non è stata ancora completato.

Visita in 3D e percorso per i non vedenti

Finita la visita all’area archeologica consiglio la visita alla sezione museale dove oltre all’esposizione dei reperti rivenuti durante gli scavi sono esposte le loro riproduzioni.

Tra i reperti presenti bronzetti, frammenti ceramici, crani rinvenuti nella tomba di giganti, l’ansa di crocchetta askoide con decorazione a cerchi concentrici usata per il logo della mostra, e una zanna di cinghiale che faceva parte di un elmo di guerriero miceneo, testimonianza degli scambi commerciali della Sardegna nel Mediterraneo. L’elmo è stato ricostruito per dare al visitatore la possibilità di capire l’aspetto originario.

elmo ricostruito
Ricostruzione di elmo di guerriero miceneo con zanne di cinghiale

La mostra “Lu Brandali: Leggi Tocca Ascolta” arricchisce la visita mediante un video di 15 minuti sulla civiltà nuragica e le sue architetture, una serie di pannelli in braille per i non vedenti, riproduzioni degli oggetti e dei siti archeologici da toccare e un video in 3D da fruire con visori per scoprire in una modalità nuova l’aspetto originale del luogo.

L’esperienza immersa con i visori in 3D

Questa è senz’altro la parte più coinvolgente non solo per i più piccoli ma anche per i più adulti che magari, poco interessati a visitare un sito archeologico, possono scoprire in modo diverso la preistoria. La mostra nasce anche per rendere il patrimonio disponibile ad un pubblico inclusivo ed essere fruita da chi non vede.

reperti tattili
Ricostruzione di reperti ceramici tattili a disposizione di non vedenti

Devo dire che fa piacere vedere giovani donne impegnate nella valorizzazione del patrimonio culturale locale e trovare delle nuove modalità di fruizione in un piccolo museo del territorio.

Il sito archeologico Lu Brandali è aperto tutti i giorni da aprile a ottobre dalle ore 9.30 alle ore 18.30.

Ulteriori informazioni su www.lubrandali.it; cooltourgallura@gmail.com

(Fonte delle informazioni: brochure ricevuta durante la visita al sito archeologico)

About the author

Daniele

Nato in Sardegna, ho vissuto a Firenze, Parigi, dove ho iniziato l'attività di blogger con "Un sardo a Parigi" e poi a Roma.
Dopo anni qua e là alla scoperta dell'Italia e di qualche località fuori dal bel paese, ho deciso di tornare in Sardegna per valorizzare e far conoscere la mia bellissima isola, il suo paesaggio, la sua storia e le sue tradizioni. Oltre alle diverse esperienze da vivere, in tutte le stagioni.

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