Oggi vi porto alla scoperta di uno dei monumenti più importanti di Olbia. La Basilica di San Simplicio è una delle espressioni più significative dell’architettura romanica in Sardegna e non può mancare nell’agenda di chi visita la città di Olbia.
La Chiesa testimonia un periodo storico importante della città di Olbia, quello dei Giudicati, oggi chiesa parrocchiale molto frequentata dagli olbiesi, ospita le reliquie di San Simplicio, vescovo martire e patrono della città e della Gallura, che viene festeggiato con una grande festa di una settimana che culmina il 15 di maggio con la processione del santo per le vie della città e la partecipazione di tutti i gruppi folkloristici della Gallura. Nel 2001 le reliquie del santo sono ritornate nella Basilica e oggi sono custodite sotto l’altare.
La Basilica di San Simplicio fu eretta tra i secoli XI e XII su una collina vicino alla stazione ferroviaria, fuori dalle mura della vecchia città in un luogo secolarmente adibito a sepoltura. Vi si contano più di 450 tombe e altre strutture murarie. Per il suo carattere sacro data dalla presenza di un tempo di età romana dedicato a Cerere vi fu costruita la Basilica.
La chiesa fu costruita in età medioevale nel momento storico in cui Olbia si chiamava Civita e rappresentava un importante centro di amministrazione del Giudicato di Gallura. Fu qui che venne celebrato il matrimonio tra Lamberto Visconti ed Elena di Gallura, prima donna sarda ad essere investita del ruolo di Giudicessa e morta sul compiere i 30 anni di vita.
La Chiesa di San Simplicio non ha avuto una vita facile. Subì infatti diverse vicissitudini fino a diventare un luogo abbandonato, adibito ad alloggio militare o deposito di merci. Fu solo nel 1931 che furono ultimati i lavori di manutenzione della chiesa per tornare a luogo adibito al culto e diventare parrocchia autonoma solo nel 1955.
Visita la Basilica di San Simplicio
La Chiesa è anche un museo. Da alcuni anni il Museum Civitatense fa parte del circuito dei musei diocesani Museum Tempio Ampurias che raccoglie diverse chiese e musei della Gallura e dell’Anglona ricchi di tesori.
Il Museo è attualmente gestito dall’Associazione ArcheOlbia dove giovani studiosi fanno da guida accompagnando alla scoperta del monumento raccontando con passione la storia di questo luogo. Ritenetevi fortunati perché al momento non ci sono molti altri siti e musei in città gestiti con possibilità di visita con guide o esperti.
Grazie al racconto di Marcello e Durdica si scopre fin dettaglio la storia del monumento e delle sue fasi costruttive e si viene a conoscenza di tanti aneddoti poco noti su questa Basilica. Scoprirete alcuni dettagli architettonici che sfuggono allo sguardo di un visitatore che entra per la prima volta in questo luogo, primi fra tutti i capitelli decorati.
Ad esempio non tutti sanno che si trovano ancora le tracce di alcune croci rosse dipinte sui pilastri, all’origine probabilmente dodici, una delle poche testimonianze delle antiche decorazioni murarie. Particolare anche “la mano di dio” che regge il peduccio di un’arcata come a ricordare il sostegno di Dio nella realizzazione della chiesa.
Un interessante modello 3D interattivo della Basilica è disponibile a questo link.
La chiesa romanica di Gallura
Come ho accennato a Olbia si trova questa chiesa che è l’unica di epoca romanica del nord-est della Sardegna. L’architettura è di ispirazione pisano-lombarda con interno sobrio e poco luminoso, ripartito in tre navate suddivise da colonne e pilastri in granito. La navata centrale è coperta da capriata lignea.
Durante la visita scoprirete che la Chiesa era in origine più piccola e che ha subito tre fasi di costruzioni testimoniate dalla presenza di diversi elementi come la variazione di forme delle pietre da costruzione e di proporzioni delle campate anteriori o la presenza di volte a botte in mattoni nelle navate laterali probabilmente ricostruite per essere più leggere. Nell’abside si conservano i resti di un’antico affresco risalente al XV secolo. Nella navata centrare alcuni mensoloni testimoniano che le travi del tetto erano originariamente più basse. Interessante trovare un arco a sesto acuto nella facciata, testimonianza di una fase costruttiva in un’età più tarda rispetto a quella del romanico.
La facciata risulta piuttosto semplice con la presenza di una trifora con colonnine “a nodo” e il campanile a vela. Le guide vi inviteranno a scoprire le incisioni presenti qua e là da chi ha voluto lasciare il ricordo del suo passaggio. La facciata svela l’utilizzo di materiale di d’impiego come i grossi blocchi di pietra provenienti dalle mure puniche che sorgevano proprio nelle vicinanze.
Curiosità: la chiesa non è orientata a est come era di usanza dall’epoca bizantina.
Legato al percorso di visita della Basilica potete unire uno sguardo al vecchio cimitero di Olbia, distante circa 100 metri dalla chiesa. Fu costruito nel 1835 ma è oggi in stato di abbandono. Si tratta di una vera e propria chiesa con cripta adibita alla sepoltura dei morti realizzata con blocchi di granito tra cui blocchi di più grandi dimensioni nelle fondamenti provenienti dalle antiche mura puniche. Speriamo di vedere questo luogo storico presto valorizzato.
Sapevate che sotto la Basilica si trova un altro museo?
Proprio così, la necropoli di San Simplicio, è uno dei siti archeologici più importanti della città, scavato durante i lavoro di realizzazione di un parcheggio solo nel 2013. Accedendo al parcheggio si ha la possibilità di visitare l’antica necropoli punica dove si trovano anche i resti di pozzi di età greca e forni per la calce di età medioevale. Il sito è arricchito dalla presenza di suppellettili ritrovati durante gli scavi.