Cosa è possibile visitare all’Argentiera? Il vecchio borgo minerario nel nord Sardegna, nel comune di Sassari, è stato recentemente valorizzato ed è possibile visitarlo! In questo post troverai il mio racconto e info utili per scoprire questa parte del nord Sardegna.
Ci sono diversi siti industriali in Sardegna che negli ultimi anni sono stati aperti al pubblico per fare luce su questa parte di storia industriale e fare memoria della vita di migliaia di lavoratori che hanno abitato questi luoghi, lavorando in buie e pericolose miniere e adattandosi ad una vita ricca di sacrifici.
Solo nel 2017 sono iniziati i lavori di ristrutturazioni di alcuni degli edifici che componevano gli ambienti di lavoro del borgo minerario (Pozzo Podestà, Laveria, Officine). Grazie all’accordo tra il Comune di Sassari e l’associazione culturale LandWorks Plus è iniziato un percorso di valorizzazione del borgo e degli impianti dismessi circa sessant’anni fa.
Il piombo argentifero ha dato il nome a questo tratto di costa nel comune di Sassari e a poca distanza da Alghero. Qui infatti venivano estratti minerali di piombo e zinco ricchi di argento da cui il nome del territorio, fino agli anni ’60 quando l’estrazione non era più economicamente sostenibile.
Oggi all’Argentiera è rimasto il vecchio borgo minerario, solo in parte ancora abitato, con fabbriche, case ed edifici pubblici, in parte diroccato e in parte valorizzato e aperto al pubblico.
Cosa vedere all’Argentiera
La miniera dell’Argentiera è quindi oggi un museo minerario a cielo aperto dove è possibile visitare il borgo, scoprire l’antica lavorazione dei minerali e la vita nel borgo.
L’antica Laveria è al momento l‘unico spazio museale aperto al pubblico. Si visita la laveria in compagnia di un accompagnatore (un signore del luogo) e non di una guida esperta. L’ingresso è gratuito.
Si ha comunque l’opportunità di conoscere le diverse fasi di lavorazione dei minerali con un percorso a ritroso, che parte dal piano inferiore dal quale i minerali uscivano per essere poi spediti via mare, a quella superiore di frantumazione e lavaggio. Colpiscono le dimensioni di questi grandi macchinari che consentivano la lavorazione dei materiali. La visita al museo è unita all’esposizione di foto storiche, strumenti di lavoro e reperti. Si visita a piccoli gruppi e con casco di protezione. Preciso che non si tratta di visita alla miniera ma di visita gli ambienti di lavoro.
Un’occasione per conoscere la storia di questo angolo di Sardegna e soprattutto per non dimenticare storie, sacrifici, vite. Per ricordare la storia di un’epoca industriale che ha cambiato il paesaggio e la storia dell’isola, e le storia di vita di chi ha vissuto per anni in questi luoghi.
All’interno della laveria si trovano anche alcune opere d’arte contemporanea. Nel Palazzo Podestà il percorso “Sottosopra Argentiera” dedica spazio alla riflessione sull’identità e la memoria del luogo, ma anche alla sua valorizzazione e le potenzialità future del borgo.
ATTENZIONE: fare ben attenzione agli orari. Sebbene sul sito ci sia scritto che l’orario è continuato gli orari sono quelli riportati sulla porta di ingresso. Arrivando a metà giornata ho trovato chiuso.
Si visita a piccoli gruppi una volta che c’è il numero disponibile.
Se volete fare una pausa consiglio di mangiare al Ristorante Il Veliero con cucina casareccia e dosi abbondanti. Il ristorante propone piatti principalmente di pesce a prezzi giusti.
La spiaggia è dotata di un bar e un altro bar si trova sulla strada che si affaccia sulla spiaggia e il vecchio cinema.
Visitare l’Argentiera in Realtà Aumentata
Un’interessante iniziativa è quella che permette di visitare l’Argentiera in “realtà aumentata“. Grazie l”app BePart, passeggiando per le strade dell’Argentiera, è possibile scoprire contenuti in realtà aumentata delle opere di arte contemporanea realizzate sulle facciate di alcune edifici. Tali opere che ricordano la vita dei lavoratori di un tempo, di chi ha vissuto tra buie gallerie e grossi macchinari, si animano mostrando contenuti inediti.
Un modo diverso di fare memoria della storia passato unendo creatività ed innovazione.
Il resto del Borgo è in parte abbandonato e chiuso al pubblico (vedi la vecchia chiesa, il Cinema e l’edificio dei dirigenti) e in parte abitato durante l’estate. Si individua bene la struttura del borgo studiato proprio come borgo residenziale per gli operai che lavoravano nella miniera con case basse ad un piano. Il borgo era provvisto di tutti i servizi: asilo, infermeria, poste, chiesa ecc.
Gli spazzi di Pozzo Podestà vengono impiegati per eventi per mostre d’arte residenze d’artista.
Le due spiagge su cu si affaccia il Borgo sono due splendide cale con acqua color smeraldo non troppo affollate e scelte da chi vuole passare una giornata in una spiaggia diversa dal solito. Nota bene: la sabbia è grossa e scura e sono presenti diversi stoglie e sassi. Anch’io non ho resistito a farmi un tuffo dopo una giornata in giro per la zona.
Senza dubbio colpisce il paesaggio nel quale queste spiagge si trovano oggi. Un paesaggio trasformato dall’uomo e dove i vecchi impianti minerari si trovano a pochi metri dalla riva se non proprio sull’acqua (le costruzioni realizzate per caricare le navi). Se visitate le spiagge fate caso sul lato sinistro, più a sud, si nota un grosso cumulo di detriti. Si tratta degli scarti della lavorazione che sono stati depositati proprio su questa parete di roccia cambiando l’aspetto di quest’ultimo.
Da visitare perché: conserva un pezzo di storia mineraria del nord Sardegna poco conosciuto
Per ulteriori informazioni visitate il sito argentierasassari.it e il sito di LandWorks.
Come arrivare all’Argentiera
Da Sassari dista circa 40 minuti. Occorre imboccare la SP18 e attraversare il paese di Plamadula. Da qui la SP18 diventa via Argentiera portando al borgo.
Da Alghero ci sono diverse strade che portano all’Argentiera. La distanza dalla città catalana è anche qui di 40 minuti circa in auto.
Si consiglia la strada SP 42 dei Due mari per poi prendere la SP18 in località Ioannes Abbas che porta all’Argentiera.