Questo sito archeologico è senza dubbio uno dei luoghi più misteriosi e ricchi di fascino di tutta la Sardegna. In questo post troverai alcune info sul sito, il racconto della mia visita e le info per come arrivarci.
L’Altare Rupestre di Santo Stefano, nel territorio di Oschiri, in provincia di Sassari, è un unicum nel ricco panorama dell’archeologia sarda. Non esiste infatti niente di simile in tutta l’isola!
Pensate che prima di uscire di casa per la mia escursione ho aperto un libro che avevo da tempo sui 101 Luoghi misteriosi e segreti in Italia. Tra questi ho trovato proprio l’Altare Rupestre di Santo Stefano nel comune di Oschiri dove mi stavo dirigendo!
Sebbene venga chiamato “Altare” non si conosce ancora quale sia l’effettivo uso di questo particolarissimo sito archeologico datato intorno al IV millennio a.C. anche se qualcuno fa risalire l’area ai secoli dopo Cristo.
Si tratta di un grosso masso in granito dove sono state realizzate delle nicchie con forme geometriche perfette. Ben 7 nicchie nella fascia superiore e 14 nicchie in quella inferiore.
Colpisce la precisione di queste buche scavate nel granito così come alcuni dettagli delle incisioni come le coppelle. Pare che alcune di queste servissero per riti sacri forse anche di scarnificazione. Un’ipotesi è quella secondo la quale queste nicchie descrivano il passaggio dalla vita al mondo dei morti. I quadrati, ad esempio, sarebbero come delle false porte come quelle impiegate nelle Domus de Janas e nelle tombe di Giganti.
Diverse altre incisioni ed edicole si trovano in altre rocce nei dintorni. Chiunque visiti questo sito è avvolto dal mistero e dalla sorpresa di questo luogo così enigmatico dopo millenni.
La presenza di alcune croci testimonia l’uso del sito con l’avvento del Cristianesimo come in epoca Bizantina. Davanti all’Altare si trova davanti alla Chiesa di Santo Stefano, ristrutturata nel XVI secolo, da cui l’altare prende il nome. Nella facciata si evidenzia la presenza di alcune teste femminili.
Il sito testimonia una delle comunità preistoriche più antiche e più attive della Sardegna. Attorno all’Altare, infatti, si trovano rocce dalle forme più svariate, levigate nel tempo dagli agenti atmosferici, nelle quali sono state ricavati ipogei ovvero sepolture della tipologia Domus de Janas. Ho perlustrato i dintorni dell’altare alla ricerca di queste aperture nella roccia ma ne ho trovato solo due nonostante ne fossero segnalate diverse. Per questo motivo è consigliabile la vista con una guida esperta.
Tracce della presenza umana nella preistoria è testimoniata dalla presenza di nuraghi e altre Domus de Janas nel territorio di Oschiri.
La visita all’Altare di santo Stefano non può non sorprendere i visitatori. Ti auguro di vivere anche tu questo senso di sorpresa e curiosità verso l’antica storia della Sardegna.
Come arrivare all’Altare Rupestre di Santo Stefano
L’Altare Rupestre è aperto gratuitamente al pubblico.
Leggendo su Google maps alcune recensioni negative sulla reperibilità della guida sono voluto recarmi di persona, da solo, alla scoperta del sito archeologico. Si accede all’Altare scavalcando un cancello che da accesso ad una strada che in due minuti conduce alla Chiesa di Santo Stefano.
Il sito dista circa 40 minuti in auto da Olbia e altrettanti minuti da Sassari. E’ facilmente raggiungibile prendendo la strada Olbia – Sassari, e poi svoltando per Oschiri, attualmente in fase di ampliamento in 4 corsie. Vi ritroverete sulla SS199 che conduce al centro del paese. Svoltando a destra su SP37, senza entrare nel centro città, seguite le indicazioni per l’Altare girando a sinistra in Via G. Matteotti, Via Brigata Sassari e poi a destra in via Usai Salvatore. Infine girando nuovamente a destra in Via Monte Acuto vi troverete nella periferia del paese in una strada di campagna, dopo circa 300 metri sulla destra troverete un cancello in ferro e un pannello didascalico.