Ricavato in un vecchio magazzino nel centro storico di Aggius, con ancora il pavimento in terra battuta; piccolo ma accogliente, è il Museo dell’Amore Perduto. Un nuova nuova esposizione che si aggiunge al già ricco percorso culturale del borgo del nord Sardegna.
L’idea è di Mario Saragato, giovane fotografo di Aggius, che ha voluto sviluppare in forma museale una delle sue pubblicazioni. “Trilogia dell’amore” è il titolo del volume realizzato con le immagini di Chiara Cordeschi e i testi di Sonia Borsato, dedicato al racconto di storie d’amore finite attraverso l’unione di fotografie e testi in forma epistolare.
Così recitava Fabrizio De André nella sua Canzone dell’Amore Perduto:
L’amore che strappa i capelli è perduto ormai
Non resta che qualche svogliata carezza
E un po’ di tenerezza
Che cosa resta di un amore perduto? Un insieme di ricordi? Un regalo non consegnato? I biglietti di un treno? Un profumo? È a questo che cerca di rispondere il museo.
“Chiunque può partecipare al Museo – mi spiega Mario – inviandomi una foto o un ricordo di un’amore perduto in modo da poter raccontare anche la sua storia“.
La condivisione degli amore perduti continua anche su Instagram perché le foto inviate al Museo vengono condivise, in modo da continuare il racconto anche sui social.
Non tutto ciò che vogliamo conservare è materiale.
Sono rimasto colpito da questo museo che sebbene sia piccolo, nasce dal semplice desiderio di un giovane appassionato di fotografia. Un giovane che invece di lamentarsi di non avere lo spazio per esprimersi, lo spazio se l’è cercato.
Il Museo del’Amore Perduto vuole raccogliere storie. Non un museo di oggetti ma un museo dedicato ad un bene non materiale, l’amore.
Nel Museo si trova anche un telaio, perché questo piccolo magazzino fu in passato utilizzato come laboratorio tessile. Vi si trovano fotografie e testi tratti dal libro di Saragato e oggetti e fotografie offerti dai visitatori. Storie diverse, da una semplice avventura estiva diventata una relazione di sei anni, alla fine di una storia per un tradimento o per abitudine.
“Non ricordo. Ho cancellato molte cose, particolari, momenti. Non ricorso, ad esempio, il momento in cui ho comprato questo regalo per te. Cosa pensavo? Cosa sentivo? Con quali sentimenti ho afferrato la busta e ho pregustato il momento insieme? Ero davvero io? Ora è tutto irreale. Indifferente. Solo un oggetto testimonia emozioni che mi sembrano remote e irreali. Gli oggetti hanno una loro intima sicurezza, quella che io non ho più.”
Riflettiamo sul fatto di ricordare il nostro amore finito, perduto, e di cui abbiamo ancora nostalgia. Condividerlo può aiutare a prenderne atto, conoscerci e continuare ad amare.
Ulteriori informazioni su wwwmariosaragato.com.
Facebook: @museoamoreperduto
Instagram: @museo_dell_amore_perduto
E-mail: museoamoreperduto@gmail.com
Dove si trova il Museo dell’Amore Perduto
Il Museo è situato in Via G. Marconi, a pochi passi dal Museo MEOC e il Museo del Banditismo.