In occasione della visita alla Mostra NARAMI aperta fino al 29 settembre al Museo di Arte Tessile Sarda di Samugheo ho avuto la possibilità di visitare uno dei laboratori tessili del paese.
Come vi avevo accennato arrivando a Samugheo sono rimasto colpito dalla vivacità di questo settore testimoniata dalla numerose insegne di aziende del settore. Il tappeto continua a piacere e l’arte tessile di Samugheo riscuote grande successo nel mondo dell’interpor design. E questo non perché il tappeto o la tessitura sarda in generale non tramonta mai ma perché molte aziende continuano ad innovarsi.
Per la prima volta ho visitato un’azienda tessile muovendomi tra gomitoli di fili di tutti i colori e sofisticatissimi telai dove la tecnologia si unisce all’estro della manualità umana. Si tratta di un’azienda a gestione familiare che nel tempo si è ampliata.
Ho conosciuta una realtà imprenditoriale legata alla tradizione ma al passo con i tempi, i gusti e le tendenze.
“La tradizione è sempre stata innovativa” così Giuseppe Demelas mi ha dato il benvenuto facendomi scoprire un settore a me sconosciuto. Un mondo dove non si producono i soliti tappeti ma anzi, se ne creano di nuovi e diversi. Si utilizzano le tecniche di tessitura tradizionali, certo, ma queste vengono mescolate tra loro. La creatività è ancora viva. Vengono ideate nuove trame e nuovi disegni senza perdere l’amore a certi dettagli che c’era un tempo. La voglia di divertirsi con i colori e raccontare la propria terra, come in un foglio da disegno per un bambino.
Il laboratorio Mariantonia Urru, ha una decina di dipendenti e collabora con designer contemporanei. Tra questi Angelika Rösner, Antonio Forteleoni, Carolina Melis, Silvio Betterelli, Michele Marroccu, Anna Dodeassi, Stefano Asili, Pretziada, Caterina Quartana, Virginio Colomo, Mariposa.
Ecco che cosa mi ha colpito. Non il solito essere legati a certi disegni, colori e motivi ma avere uno sguardo alla creatività di oggi. Quante volte vedono artigiani che fanno alle cose ma che avrebbero bisogno di un po’ più di creatività nelle loro produzioni!
Già in passato le tessitrici di Samugheo si sono aperte confrontandosi con gli artisti contemporanei, così come ho avuto modo di approfondire durante la mostra al Museo. Una tradizione, questa, che continua oggi nelle diverse aziende del paese.
Caratteristica dei tappeti dell’azienda Mariantonia Urru è l’unione di diverse trame tra di loro che da origine a tappeti complessi ma originali. I disegni stilizzati dei tappeti che fanno da spartito all’artigiano seduto al telaio, danno un’idea del lungo lavoro che c’è dietro e dell’attenzione che gli artigiani devo prestare durante il loro operare.
Un lavoro creativo e di progettazione che si unisce alla manualità. Punti di luce con fili di seta, piccole palline (pibiones), abbinamenti di diversi motivi geometrici e di colori.
Tra i designer con cui l’azienda collabora, ad esempio, c’è Paulina Herrera Letelier che ha creato motivi come i cactus che ormai sono diventati tra i disegni più noti dell’azienda. Molto belle sono anche le meduse stilizzate che ricordano i telai di Maria Lai. Anche questi tappeti li possiamo considerare delle opere d’arte che permettono di raccontare in modo semplice ma nuovo i fiori gialli di un campo in primavera, i pesci del nostro mare, le cose belle e brutte della vita attraverso un cactus che “fila via”. Quando Giuseppe mi mostrava i tappeti sembrava davvero di sfogliare un libro di racconti.
Sono tappeti che oggi possono vantare di abbellire grandi hotel di lusso della Costa Smeralda, un settore in cui l’azienda ha trovato un suo ampio mercato. Forse non è vero che il “fatto a mano” e con creatività ha trovato la sua fine, anzi.
I tappeti dell’azienda mi hanno fatto venire in mente certe opere contemporaneamente multimateriche e anche qui, come alla mostra, ho capito come sia sottile quel confine tra artigianato e arte. Soprattutto in Sardegna.
Se volete sapere di più sull’azienda Mariantonia Urru potete visitare il sito www.mariantoniaurru.com.