AAAperto è il nuovo Museo di Arte Contemporanea del borgo di Aggius, in Gallura. “Aperto” nel duplice senso di museo aperto a tutti, gratuito per cittadini, ospiti e visitatori; ma anche aperto nel senso che si tratta di un vero museo a cielo aperto, realizzato per le vie del centro storico del paese. Quella inaugurata lo scorso 9 giugno è una nuova collezione di opere diverse tra loro, esposte per le strade di questo piccolo borgo della Gallura, sulle facciate delle abitazioni in granito trasformate in pareti da museo, con tanto di segnaletica e didascalie. Un connubio apparentemente improbabile ma invece molto ben riuscito.
Un progetto decisamente diverso da altri, una sfida per il turismo dell’interno della Gallura, nato dal desiderio di valorizzare ulteriormente questo grazioso centro del nord Sardegna.
Vi avevo già accennato delle nuove opere di street art che lo scorso aprile avevano arricchito le facciate di alcune abitazioni del borgo gallurese. A queste si aggiungono i telai di Maria Lai, già presenti da alcuni anni, e le fotografie di ben 15 fotografi italiani rappresentanti dettagli della tradizionale lavorazione del tappeto di Aggius.
Tradizione artigiana e arte contemporanea si incontrano
All’inaugurazione del nuovo museo, sabato 9 giugno 2018, hanno partecipato il Sindaco di Aggius Nicola Muzzu, la Presidente dell’Associazione Museo di Aggius, Maria Teresa Mura, il giornalista Marco Bittau, Micaela Deiana, curatrice di arte contemporanea e Dario Coletti, fotografo.
All’evento hanno partecipato anche fotografi e artisti che hanno collaborato al progetto, contenti di aver ravvivato con le loro opere il paese di Aggius.
In particolare Mura ha ricordato l’input dato da Maria Lai dai primi contatti nel 2003 fino al 2008 con il suo evento organizzato ad Aggius coinvolgendo le tessitrici e tutta la popolazione. Ha fatto memoria di quando Maria Lai venne ad Aggius ed incontrò le tessitrici, e diede vita ad alcune sue opere proprio qui; come il vecchio telaio diventato una scultura, l’opera d’arte “Un mondo di trame” oggi al Museo Etnografico Oliva Carta Cannas. E poi ancora il fascino dell’esperienza fatta a contatto con l’artista che ha fatto entrare gli aggesi “in questo fantastico mondo dell’arte contemporanea”.
Da quell’evento è nata la vocazione di questo borgo della Gallura verso l’arte: numersosi artisti sono stati chiamati in questi 15 anni dall’Associazione culturale che gestisce il Museo ad esprimersi e a rendere più vivace il borgo ma anche per far dialogare la tradizione della tessitura con il presente dell’arte contemporanea.
Il Sindaco Muzzu ha ricordato quello che è ormai l’esempio di Aggius per la valorizzazione dei borghi, ma anche dell’apertura della Soprintendenza per queste iniziative. Ha definito questo un progetto di arte “inclusiva” perché l’arte del percorso di AAAperto è di tutti e per tutti.
Micaela Deiana ha sottolineato l’importanza di questo progetto ricordando come per Maria Lai il paese di Aggius fosse il luogo perfetto per lavorare. Ed è significativo il fatto che per arrivare al traguardo odierno abbiano collaborato tutti, dagli amministratori alle tessitrici e tutti i cittadini.
Il giornalista Marco Bittau ha fatto presente come il Borgo di Aggius abbia portato avanti negli anni un lavoro vero e proprio seguendo un programma vero e proprio per valorizzare sé stesso e promuovere il turismo.
Dario Coletti ha invece ricordato come anche il fotografo abbia qualcosa da raccontare con la sua arte. Non è così banale fare fotografia come si può pensare. È studio attento della realtà, della luce e dei dettagli. Basti pensare al paesaggio che è diverso per chi lo guarda e chi lo racconta. Coletti ha suggerito di osservare le fotografie lasciate ad Aggius con attenzione, soffermandoci sullo stile e pensando alle motivazioni che hanno mosso il fotografo a realizzare quella determinata foto per Aggius.
Ho sentito un batter di telaio e il villaggio non più sembrava morto, Maria Lai, Aggius, 2008
Si può dire che quello di Aggius sia stato un progetto a lungo termine per un borgo ospitale e culturalmente attraente di successo, un prodotto turistico ben riuscito. Ma non è solo programmazione. Il punto di partenza di Aggius è innanzitutto l’unità tra i suoi abitanti, fieri del proprio paese e amanti del territorio e della cultura che li ha generati. E poi tanta passione e tanto impegno che hanno portato questo piccolo paese della Gallura ad avere oggi ben tre musei e rappresentare un piccolo polo culturale del nord Sardegna dove la cultura non è qualcosa di vecchio che va conservato in vetrina ma qualcosa da ereditare e che dialoga con la cultura dei giorni nostri sia essa pittura, scultura, fotografia o i murales.
Il Museo Etnografico MEOC raccoglie testimonianze della cultura agropastorale e artigianale e dei mestieri tradizionali di Aggius e di tutta la Gallura con una sezione approfondita sulla lavorazione a telaio dei tappeti con una sala dedicata alla dimostrazione della tessitura con le tessitrici all’opera.
Il Museo del Banditismo, invece, racconta la storia dei “banditi” sardi che rappresentano una parte poco conosciuta della storia della Sardegna, di antiche faide e della sua “resistenza” di alcuni alla legislazione e alle regole del nascente stato italiano.
Aggius è oggi uno dei borghi più visitati della Sardegna e attrae ogni anno migliaia di persone, non solo in estate.
Sulle orme di Maria Lai
Molto significativa, durante l’inaugurazione, è stata la realizzazione dell’ordito grazie alla presenza delle tessitrici locali e della cittadinanza che si è sentita tutta coinvolta.
Se “essere è tessere“, come diceva Maria Lai, si può dire che Aggius abbia imparato dall’artista uno dei suoi insegnamenti più importanti. Vivere è creare relazione, unirsi, lavorare insieme. Così come hanno fatto gli aggesi con un filo di lana in mano durante la serata di inaugurazione, ripetendo metaforicamente quello che hanno fatto da un po’ di anni a questa parte per valorizzare e far conoscere il loro paese.
Può sembrare semplice in un piccolo paese mettersi insieme per la collettività ma non lo è affatto. Molto spesso nascono gelosie, pregiudizi, inimicizie. Aggius ha valorizzato se stessa puntando sull’arte, partendo da quell’evento che nel 2008 Maria Lai volle organizzare proprio qui perché Aggius era il luogo più adatto a spiegare quella che per lei era la metafora della vita ovvero il telaio e la tessitura. Fu in quell’anno che organizzò una manifestazione che definire artistica è un po’ riduttiva. Ebbe un impatto sociale importante, così come molte opere “relazionali” di Maria Lai: il recuperare l’identità di un paese, la sua storia e far crescere l’unità tra le persone, un senso moderno di fratellanza sociale.
Fu in quel momento che Maria Lai fece prendere coscienza agli aggesi del proprio patrimonio, il telaio, e del legame che questo strumento dell’artigianato tradizionale aveva con la vita e l’arte.
Fu da quel momento che Aggius ha iniziato a confrontare la tradizione dell’arte tessile con l’arte contemporanea. Dopo che Maria Lai donò alcune delle sue opere al Museo Etnografico MEOC e al paese stesso, non si è mai smesso di cercare il dialogo con gli artisti.
AAAperto: Tre percorsi in uno
Il Museo Aperto è frutto di un lavoro durato diversi anni.
Oggi le antiche abitazioni del borgo di Aggius ospitano opere di artisti contemporanei invitati in questi anni ad esporre le proprie opere in mostre temporanee e che hanno lasciato qui opere ispirate al paesaggio della Gallura e alla tradizionale lavorazione del tappeto. Sono Simona Tavassi, Narcisa Monnni, Giovanni Campus, Zaza Calzia, Rosanna Rossi, Josephine Sassu e Fabio Schirru (alias Tellas, noto street Artist cagliaritano le cui opere decorano edifici di tutto il mondo).
I fotografi che sono stati invitati per mostrare Aggius dal proprio obiettivo fotografico sono: Dario Coletti, Luigi Corda, Marco Navone, Chiara Cordeschi, Gianni Olivari, Francesca Corriga, Stefano Pia, Tiziano Demuro, Matteo Pispisa, Benedetta Falugi, Mario Saragato, Fausto Ligios, Serena Vittorini, Paolo Meloni e Silvia Zoroddu.
Si tratta di 3 percorsi: i telai di Maria Lai (percorso Essere è tessere), le opere contemporane (percorso “arte contemporanea”)e le foto di 15 fotografi (percorso “dove c’è un filo c’è una traccia“). Tre percorsi identificati da tre colori differenti (rosso, verde e viola) mediante orme dipinte sui sampietrini delle strade, e che permettono allo stesso tempo di scoprire il borgo e i suoi scorci.
I percorsi del Museo AAAperto iniziano da Piazza Alvinu, nel versante sud del Paese dove è stato ridisegnato il Gioco dell’Oca di Maria Lai, che simboleggia l’inizio della vita umana. il “va e torna indietro” è ripetuto pù volte lungo il selciato del centro storico anche per indicare alcuni punti di interesse del Museo.
Sempre in Piazza Alvinu si trova una scultura in acciaio di Giovanni Campus, che rappresenta in maniera stilizzati i vicini monti granitici.
Dalla piazza ci si può incamminare alla scoperta di opere diverse tra loro come le porte in metallo di garage e cantine diventate tele dipinte e che rappresentano i motivi dei tappeti di Aggius oppure raffigurano tipici animali galluresi. Alle opere dipinte si alternano le fotografie che fanno memoria dell’affascinante arte tessile del tappeto di Aggius: donne al lavoro, telai, frammenti di tappeti.
Il grigio del granito fa sfondo neutro ai colori di fotografie e dipinti in un accostamento tanto inedito quanto azzeccato.
Camminando in Via Li Criasgi, proseguendo su Via Vecchia, Via Pretura si arriva fino alla Piazza della Chiesa Rosario dove si può ammirare una delle opere dello street artist Tellas (immagine di copertina). In totale sono tre le facciate colorate realizzate dall’artista che si ispirano alle montagne circostanti e ai colori dei tappeti aggesi.
Si arriva così al Museo Etnografico MEOC dove alcune opere di Maria Lai come telai, frasi cucite e caprette dialogano con i vecchi telai e tessuti di un tempo.
Sul mio profilo Instagram trovate la storia della serata di inaugurazione.
Ulteriori informazioni sul Museo AAAperto sul sito www.museodiaggius.it/aaaperto.
Come arrivare ad Aggies
In auto percorrendo in circa un’ora la strada SS 133 da Palau e poi la SP 27. Da Olbia occorre prendere la SS 127 in direzione Tempio Pausania e poi la SP 27 ( circa 1 ora e 10 in auto).