Quest’anno, forse per la prima volta in vita mia, mi sto davvero godendo l’inverno. Il 2017 è stato molto caldo: da marzo a ottobre in Sardegna abbiamo goduto di alte temperature, gradevoli in primavera e un po’ troppo altre d’estate: ho visto la natura della mia isola soffrire molto per la siccità. Per questo motivo sono proprio contento di godermi un po’ di basse temperature, l’acqua che scende giù ogni tanto, apprezzare maggiormente la stagione più fredda e le sensazioni che offre. Io che di solito sono freddoloso e non vedo l’ora di starei maniche corte!
Com’è bella la Sardegna in questo periodo! Tutti vengono in estate ma la Sardegna – lo ripeto – è affascinante anche anche nelle altre stagioni, anzi forse è ancora più bella. In questi mesi mi accorgo che posso godermi la natura con più tranquillità: da una parte ho meno impegni da blogger, dall’altra c’è meno gente in giro, e quindi è possibile godere di tanti luoghi in silenzio e in completa solitudine.
Escursioni in inverno in Sardegna
Cogliendo le giornate più soleggiate o, soprattutto, meno ventose, anche in inverno si possono fare tante escursioni in Sardegna. C’è chi si dedica al trekking in campagna o sui Monti del Limbara e chi non ho paura di buttarsi nelle fresche acque dei torrenti per vivere un’entusiasmante esperienza di canyoning.
Forse noi sardi dovremmo essere i primi a vivere maggiormente la nostra terra in inverno: spesso presi dalla pigrizia e con la voglia di stare al calduccio di casa ci perdiamo la bellezza della natura in questa stagione.
Le temperature in realtà sono a mio parere accettabili anche per una semplice camminata. Mi ricordo ancora quando nel febbraio di 3 anni fa a Londra visitati il parco di Richmond Park, camminando per ore, con indosso guanti e cappello, da un capo all’altro del parco ammirando i cervi e la natura brulla. Rimasi capito dalla quantità di gente che godeva di questo grande polmone nel cuore della città nonostante il freddo invernale.
In Sardegna mi piace fare delle camminate nelle strade di campagna. Ce ne sono diverse, solitamente poco frequentate dalle macchine. Alcune di queste sono state ricavate dai vecchi percorsi ferroviari. In particolare quando torno nel mio paese, Calangianus, mi piace percorre un tratto della strada dell’antica ferrovia Tempio-Monti dove oggi in tanti amano fare qualche passo, correre o fare una gita in mountain bike.
Il primo tratto di questa strada è anche illuminato la sera e presenta alcune postazioni per fare esercizi di ginnastica. Il percorso inizia dalla strada che all’ingresso al paese (arrivando da Telti sulla SS 127) porta alla Chiesa de Le Grazie. Si snoda nelle pendici del Limbara per diversi chilometri.
Alcune di questi percorsi permettono di addentrarsi nelle sugherete e nella campagna tipica gallurese, avendo la possibilità di ammirare in lontananza le vette del Limbara, colli, terreni coltivati e vigneti, e in vicinanza rocce granitiche con le forme più varie, spesso delle sculture naturali, altre volte delle grotte utilizzate come rifugi di pastori nel passato (strutture note con il termine dialettale di “conca fraicata“).
Un altra tipologia di camminata che mi piace fare è quella nelle sugherete. Mi piace immergermi nei profumi della macchia mediterranea che durante l’inverno è come se venissero rinvigoriti dalle piogge. Quella delle foreste di querce da sughero è un tipo di paesaggio a cui noi galluresi siamo abituati ma che a mio parere regala un’insieme di emozioni ogni volta che ci si trova.
Innanzitutto agli occhi, il colore delle sughere rosse fa da contrasto al verde delle chiome, dell’erba, del mirto e degli altri arbusti. Mi ricordo da quando da piccolo con gli amici cercavamo di arrampicarci su questi alti alberi cercando di raggiungere rami più alti. Coì come mi ricordo le giornate di estrazione del sughero in cui le plance di sughero “cadevano” con facilità dal fusto degli alberi dopo essere stato tagliato dagli scorzini.
Mai più senza
Che cosa penso quando mi trovo da solo in mezzo alle sugherete? Che non potevo desiderare di più. Dopo tanti anni fuori dalla Sardegna i profumi della mia isola mi sono mancati: quando vivevo a Firenze e Roma, pensavo sempre più spesso con nostalgia ai boschi selvaggi e alle ampie sugherete della Gallura, a quell’insieme di profumi che ravvivano ricordi di infanzia e che, in parte, solo noi sardi riusciamo a cogliere così nel dettaglio: mirto, ginepro, lentisco, timo, hanno tutti dei sentori molto forti che ci fanno tornare alla mente momenti, ricordi, sapori.
Cogliere la bellezza della natura in tutto il suo aspetto selvaggio, godere del silenzio e della solitudine, liberare la mente dai pensieri della settimana e rilassarsi, riscoprire il contatto con la natura e di ciò che ci è stato dato. Scoprire nuovi scorci, ammirare tramonti dalle svariate sfumature, fare qualche scatto per immortalare il fascino della natura.
Questo è per me la Gallura d’inverno.
E perché non andare al mare d’inverno? perché non farsi una passeggiata lungo il bagnasciuga e ammirare la bellezza del mare agitato? Oppure le spiagge deserte, e i loro colori senza il disturbo di ombrelloni e altre persone nel mezzo? Prossimamente vi racconterò anche di questo.