Ecco una nuova storia di chi è tornato in Sardegna per il suo attaccamento all’isola e per seguire la propria passione. Oggi vi racconto la Storia di Andrea Sotgiu, che alcuni anni fa è tornato in Gallura per fare l’orafo. Un mestiere ormai sempre più raro e che rischia di scomparire.
Il mal di Sardegna, quello strano malessere che si prova nella lontananza dall’isola ha colpito anche Andrea che fuori dalla Sardegna per lavoro ha mollato tutto per iniziare da capo la sua attività artigiana a Tempio Pausania.
La storia di Andrea Sotgiu inizia quando, una volta conclusi gli studi di ragioneria, decise di seguire una passione che aveva da un po’ di tempo, quella di realizzare gioielli e imparare la tecnica della filigrana. Iniziò da un corso organizzato presso il Liceo Artistico della sua cittadina con la partecipazione del maestro orafo Pierangelo Fiorino di Sassari.
Al giorno d’oggi tante persone si dedicano alla realizzazione di accessori di moda, gioielli di tutti i tipi , di forme svariate e con materiali differenti. Ma l’oreficeria presuppone l’utilizzo di materiali preziosi, prima di tutto oro e argento che devono essere fusi e modellati e pietre preziose. E’ qui che l’artigianato si differenzia dall’arte, il sapere fare e utilizzare i materiali si discosta dalla semplice espressione di una certa genialità artistica. L’artigianato è innanzitutto saper fare con le mani e unire a questo un buon tocco di creatività, dopo c’è l’ispirazione artistica. Molto spesso ci si dimentica di questa distinzione.
Simile discorso va fatto tra i gioielli preziosi e la bigiotteria: forse abbiamo perso il gusto di un tempo per le cose belle, preziose e fatte a mano?
Fare l’orefice non è una cosa semplice: richiede impegno, dedizione e tanta passione. Per questo motivo ci sono voluti un po’ di anni di gavetta e qualche sacrificio affinché Andrea arrivasse ad avere un laboratorio tutto suo.
Era il 2009 e in piena crisi decise di buttarsi in una nuova avventura. Penserete sia una pazzo eppure sono alcuni anni che continua a fare questo mestiere. Andrea continua a specializzarsi nella lavorazione della filigrana, in quell’antica lavorazione sarda del filo d’oro, innovando allo stesso tempo la lavorazione di una volta.
Andrea infatti realizza non solo il bottone e i gioielli tradizionali ma anche altri gioielli in filigrana dove la tradizione si unisce alla creatività e l’innovazione. Se avrete letto altre delle Storie di Sardi del blog è questa una caratteristica dei tanti sardi di cui vi ho parlato. I gioielli di Andrea Sotgiu reinventano i motivi decorativi tradizionali dando vita a ciondoli, braccialetti, anelli diversi dal solito e adatti a tutte le età. E’ bello quando la tradizione ispira nuove creazioni e viene reinventata.
Osservando da vicino le creazioni di Andrea mi sono reso conto di quanta pazienza e attenzione sia necessario per realizzare un solo gioiello. Molto spesso non ci rendiamo conto di quanta passione e lavoro ci sia dietro ad un oggetto che definiamo semplicemente “bello”. Dietro un anello in filigrana ci sono ore di lavoro passate a realizzare un filo argento e a montare tra loro con precisione diversi pezzi!
A fianco ad Andrea c’è Gabriella Tansu che ha introdotto Andrea nel mondo dell’oro della città di Valenza Po. E’ qui che entrambi hanno lavorato nelle fabbriche dell’oro anche a servizio di grandi marchi di gioielli. In particolare Gabriella ha passato in Piemonte ben 23 anni e racconta con soddisfazione questo periodo fuori dalla Sardegna in cui l’oro in Italia andava di moda e si lavorava più facilmente. Tanti sacrifici anche allora. Anche lei pensa che ogni sardo dovrebbe passare un periodo fuori dall’isola. Quando parla di Valenza ha gli occhi illuminati ma non ha nessuna nostalgia: ora è soddisfatta di essere tornata in Sardegna e fare nella sua terra il lavoro che le piace .
Anche Gabriella ha fatto molti sacrifici e come Andrea aveva dentro di sé il desiderio di rientrare in Sardegna e fare oreficeria in terra natia.
Oggi i due lavorano fianco a fianco aiutandosi e completandosi nella realizzazione dei gioielli.
A Valenza Andrea ha svolto un apprendistato durante il quale ha appreso diverse tecniche di lavorazione e ha proseguito la sua attività in diversi laboratori orafi nei quali ha perfezionato le proprie abilità.
Gabriella, specializzata nel taglio delle pietre preziose si unisce oggi al lavoro di orafo di Andrea. Dalla loro collaborazione e sintonia nascono dei nuovi gioielli dal design moderno ed innovativo come potete vedere dalla foto riportata di seguito.
La linea di gioielli ispirati alla tradizione in filigrana o cera persa è quindi arricchita da una tipologia di gioielli dal gusto più contemporaneo. All’uso delle pietre preziose si unisce l’impiego di corallo, ossidiana (come potete vedere nella foto la sua levigazione) e madreperla oltre che di materiali meno comuni ma di origine locale come il granito rosa. Un modo di valorizzare ciò che la natura sarda offre a noi.
Il laboratorio di Andrea e Gabriella si presta anche riparazioni dei gioielli di una volta. Molte volte bisogna stare alle richieste dei clienti e alle necessità. Nonostante i tanti sacrifici i due artigiani si ritengono molto soddisfatti proseguendo la propria attività anno dopo anno con un sempre maggiore interesse delle proprie creazioni.
Può una passione essere così forte da portarti a fare continui sacrifici, ripartire da zero e tornare in Sardegna in un momento di crisi? Andrea Sotgiu mi ha testimoniato questa voglia di lavorare e di crederci, nonostante tutto. Nei suoi occhi si legge la propria passione, l’amore per la propria terra, il voler superare gli ostacoli.
In fondo al post una galleria di immagini del laboratorio e di alcune creazioni.
Il Laboratorio di Andrea Sotgiu si trova in Via Piredda, 1 a Tempio Pausania (OT). Ulteriori informazioni sul sito della Regione Sardegna dedicato all’Artigianato