A Golfo Aranci, nel nord est della Sardegna, c’è un tratto di costa tutto da conoscere. Si tratta di Capo Figari, il promontorio che delimita il territorio della cittadina – famosa per le sue bellissime spiagge – poco più a nord del porto. Lasciate le infradito e incalzate della belle scarpe da ginnastica, c’è un bel panorama che vuole essere scoperto a poca distanza dalla tintarella estiva.
Tempo fa vi avevo raccontato di una passeggiata fatta da queste parti, dove si trova la piccola spiaggia di Cala Moresca, un piccolo angolo di paradiso, una piccola spiaggia con acqua turchese che si nasconde dopo qualche centinaio di metri dal centro cittadino. Vi avevo parlato anche del “Cimitero degli Inglesi”, un piccolo cimitero di naufraghi di fine ‘800 che si trova proprio qua vicino.
Sono voluto ornare a Capo Figari e questa volta mi sono mosso un po’ più in là, verso i ruderi della vecchia batteria militare che sapevo si trovava lì vicino.
La giornata era un po’ ventosa ma mi ha permesso di sentire meno lungo il tragitto il sole che picchiava forte. Uscito dal paese, seguendo le indicazioni verso Cala Moresca, ho proseguito lungo la strada sterrata che costeggia i binari del treno, per poi lasciare la macchina nell’area sterrata adiacente ai binari stessi e al mare. Come vedete dalla foto qui un tempo terminava la linea ferroviaria che portava da Olbia a Golfo Aranci e serviva per il trasporto delle merci fino alle navi del porto che si trova proprio qui vicino.
Mi sono quindi incamminato lungo la strada che conduce alla spiaggia.
In realtà le spiagge sono due ma quella che prende il nome di Cala Moresca è quella più piccola, in fondo alla passeggiata.
Cala Moresca è sempre uno spettacolo. Nascosta nel verde di una macchina mediterranea, protetta da una parte dalle altezze di Capo Figari e dall’altra dall’antistante isola di Figarolo, indisturbata dalla presenza umana se non da qualche rudere industriale innocuo nelle vicinanze, riesce sempre ad emozionare. Vi consiglio di visitarla in bassa stagione, non per forza una giornata intera, è sufficiente una passeggiata per assaporare l’atmosfera di questa spiaggia. Oppure è molto affascinante in tarda serata, al tramonto, anche se a fine giornata non si possono apprezzare le sfumature trasparenti. Considerate che è piccola e piuttosto frequentata.
È proprio dietro la spiaggia che inizia un sentiero verso l’interno del promontorio. Grazie alla segnaletica è possibile scegliere la propria meta e seguire il corretto sentiero.
La passeggiata è molto appassionante non solo perché si passa accanto a Cala Moresca, ma anche perché permette di esplorare il territorio di Capo Figari. Il panorama che si apre è molto interessante: a pochi metri dalla spiaggia si sale di livello e si apre il panorama sul mare. Il promontorio si affaccia su un mare blu intenso con scorci sull’isolotto di Figarolo, davanti a Cala Moresca, l’isola di Tavolara e Golfo Aranci, e in lontananza la striscia di costa che arriva fino ad Olbia.
Respirate a pieni polmoni: l’aria è più che pulita, il vento tira forte da queste parti. Lasciate a casa i pensieri: ecco uno di quei luoghi dove la Sardegna riesce a rapire i suoi visitatori ed ammaliarli con i profumi delle sue piante. Anche qui, nonostante un recente incendio, la natura ha ridonato il verde e da il meglio di sè regalando mirto, ginestra e altre piante fiorite dal profumo intenso.
Dopo circa una ventina di minuti circa si arriva alla vecchia batteria militare.
La Batteria Luigi Serra fu realizzata su Punta Filasca durante la Prima Guerra Mondiale. Di questo punto di avvistamento e difesa militare oggi rimangono alcuni ruderi. Si tratta di alcune torrette che sovrastano un camminamento sotterraneo e alcuni basamenti circolari che ospitavano i cannoni ancorati con grossi bulloni.
È un paesaggio inaspettato e differente che permette sia di godere di un panorama mozzafiato sia di riflettere su chi questi luoghi li ha vissuto da soldato, chi da difeso e custodito questi luoghi durante la guerra. Chi ci ha vissuto per giorni e giorni, lontano dalla famiglia e affrontando tutte le difficoltà e scomodità che una guerra comporta.
Girando attorno alla vecchia batteria militare rimarrete colpiti dal panorama e non potrete non ammirare la bellezza del panorama di questo tratto di costa che rimane, nonostante tutto, ancora molto selvaggio.
Quello di Capo Figari è un Sito di Importanza Comunitaria che si si estende per ben 850 ettari nel Comune di Golfo Aranci.
Un incredibile e inaspettato paesaggio fatto di verde intenso affacciato su un blu altrettanto intenso, quello del Tirreno. Arrivato alla batteria non mi sarei aspettato un panorama del genere. E invece mi sono ritrovato alte scogliere, delle falesie sulle quali si si infrangono le onde: è uno spettacolo al quale non siamo molto abituati nel nord Sardegna.
La segnaletica presente lungo i sentieri permette di raggiungere la meta scelta. Ogni sentiero ha una sua colorazione e presente nelle cartografie ma per alcuni è meglio avere a fianco una guida esperta. I percorsi non sono codificati dal CAI ma suddivisi in tre categorie sulla base del livello di difficoltà: turistico, escursionistico, esperti. Ulteriori informazioni le trovate sul sito www.capofigari.it.
Tra andata e ritorno ho impiegato quasi due ore. Considerate che mi sono fermato più volte per fare foto. E’ un percorso che si può considerare accessibile a tutti, con lieve dislivello. C’è solo un tratto in salita, subito dopo la spiaggia, il resto è in piano e accessibile a chiunque ha un minimo di curiosità a vedere un panorama incredibile.
Il promontorio di Capo Figari riserva ulteriori sorprese: calette nascoste come Cala Greca e la roccia di Mamma Chiatta. Presso la Spiaggia del Sonno si trova anche una roccia a strapiombo sul mare dalla forma di un Mamuthone, la tipica maschera di Momoiada in Barbagia, nell’interno della Sardegna. Un giorno andrò a scoprire anche questa particolarità!
Per gli amanti delle esplorazioni subacquee sappiate che sono molto consigliati i percorsi alle scoperte di grotte sommerse e della ricchezza di pesci, spugne e coralli.
Ancora più bello deve essere raggiungere il vecchio semaforo, sulla cima di Capo Figari, dalla quale si può ammirare ampio panorama sul Golfo e Tavolara. E’ qui che Guglielmo Marconi fece i suo primi esperiementi radiofonici negli anni 30 del secolo scorso. Il dislivello è decisamente maggiore (342 m slm) ma.. prossimamente farò anche questo!