Si chiama Pràma ed un giovane brand di accessori femminili ispirati alla Sardegna. Nato dalla creatività di Stella, una donna che ha voluto ispirarsi al tradizionale bottone sardo che, per chi non lo sapesse, è un vero e proprio gioiello protagonista dei costumi tipici della nostra isola, spesso realizzato i filigrana arricchiva i costumi delle feste.
Stella è una vera creativa, nel tempo libero si dedica alle sue passioni: cucito, pasticceria, bricolage e tutto ciò che si fa con le mani. È una di quelle persone che traspira in diversi modi la sua creatività e il suo gusto per le cose belle e quando si trova qualcosa in mano, un pezzo di stoffa, un petalo di fiore, cerca subito di trasformarlo in qualcos’altro. Così, quando l’ho incontrata, mi ha raccontato tutte le cose che la interessano, le sue diverse passioni alle quali dedica tanto tempo.
È una persona appassionata alle piccole cose belle che ci circondano ogni giorno e la sua creatività sta tutta nelle sue mani con le quali dà vita a tanti piccoli capolavori.

sandali appesi

 

Stella è sempre stata appassionata delle tradizioni artigianali sarde e ha seguito questo interesse imparando dagli altri, anche seguendo diversi corsi: da quando imparava a fare cestini all’età di 12 anni al corso di impagliatrice o al corso di intaglio fino al più comune corso di ricamo. Tra questi anche il corso per realizzare sandali.
Da qui l’idea di dedicarsi a questa attività e, dopo anni passati a gestire un’attività commerciale “per dovere” ha deciso di buttarsi in una nuova idea, tutta sua: Pràma Italia è il nome del brand da lei creato che rappresenta un sandalo dal design e collane abbinate ispirate al bottone sardo e ai suoi gioielli. Un nome che ci ricorda le famose statue dei Giganti di Mont’e Prama ritrovate alcuni anni fa e che possiamo vantare essere una delle produzioni scultore a tutto tondo dell’area mediterranea.

Stella ha creato un bottone diverso, colorato e più giovane, traendo ispirazione dal bottone in filigrana dei costumi tradizionali sardi. Dal design di questo accessorio non solo si è inventata un modo di realizzarlo con materiali più moderni e meno costosi ma lo ha riadattato alle collane e al sandalo estivo in modo da arricchire questo tipo di calzatura. Un modo anche per unire il costume tipico della Sardegna alla moda della costiera Amalfitana.

 

 

Si tratta quindi di pezzi unici perché ogni sandalo è realizzato a mano da lei stessa.
La lavorazione è tutta manuale e in alcune realizzazioni si possono trovare anche pietre (“su coccu”, amuleto contro il malocchio) o vecchi pizzi. Anche Stella, come molti artigiani sardi, va alla ricerca di tessuti sardi o di disegni tradizionali, ispirandosi continuamente alla Sardegna, i suoi costumi, i colori e le altre bellezze.

 


Penso che i sandali Pràma siano molto originali, riuscendo a unire tradizione e innovazione, per questo hanno catturato il mio occhio durante la visita al pop-up store Camaleon che ho visitato durante la Artiglia di Oristano.

Ora non mi fermo – mi spiega – faccio un passo alla volta ma sono contenta dei primi riscontri, penso di portare avanti questo progetto e i miei sandali”.

È sempre bella incontrare persone ricche di entusiasmo e di passione per la vita e i suoi dettagli, costantemente alla ricerca di cose belle. Grazie Stella!

N.B. I sandali Pràma possono essere realizzati su misura! Le sue collane realizzate con tessuti sardi e il bottone da lei inventato, possono essere modificate a piacere modificando la passamaneria.

 

sandali prama

Per ulteriori informazioni potete visitare la pagina Facebook, su Instagram oppure il sito Place Corner.

About the author

Daniele

Nato in Sardegna, ho vissuto a Firenze, Parigi, dove ho iniziato l'attività di blogger con "Un sardo a Parigi" e poi a Roma.
Dopo anni qua e là alla scoperta dell'Italia e di qualche località fuori dal bel paese, ho deciso di tornare in Sardegna per valorizzare e far conoscere la mia bellissima isola, il suo paesaggio, la sua storia e le sue tradizioni. Oltre alle diverse esperienze da vivere, in tutte le stagioni.

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