Bisogna ammettere una cosa: in Sardegna i musei sono per la gran parte molto piccoli ma non per questo non sono interessanti e degni di una visita per scoprire la cultura della nostra isola. Nati dall’intensa passione di alcune persone per la propria terra e l’eredità culturale che essa ci ha donato, hanno un non so che di casalingo e familiare. Sono musei sparsi un po’ ovunque sul territorio, spesso rappresentano “il museo del paese“, un luogo che rappresenta l’identità di un borgo e le sue tradizioni.
Forse non saranno ricchi di apparati multimediali o “tecnologie immersive” con cui vengono allestiti i musei oggigiorno ma conservano tanti oggetti e strumenti del lavoro di una volta, ricostruiscono gli ambienti della quotidianità di un tempo permettendo di farci riscoprire dove siamo cresciuti e da dove veniamo oltre che far conoscere a chi ci viene a trovare qual’è la nostra storia e la nostra cultura. Aratri, piallatrici, scalpelli, telai, sono solo alcuni degli strumenti che testimoniano la storia italiana fatta di mani continuamente al lavoro, di artigianato amato e curato nei dettagli, di lavori fatti con passione e sacrificio.
Sono tornato al Museo di Aggius, il MEOC ovvero Museo Etnografico Oliva Carta Cannas, lo avevo visitato anni fa e in effetti il suo ricordo era un po’ sbiadito. Sono contento di esserci tornato ed ecco di seguito il mio racconto.
È un piccolo museo che poi tanto piccolo non è visto che si sta espandendo con nuove superfici di esposizione. Il museo si trova nel centro storico di Aggius, uno dei più curati borghi dell’alta Gallura, nascosto tra bellissime rocce granitiche a qualche chilometro di distanza dalla cittadina di Tempio Pausania.
Entrando nel paese facilmente si possono seguire le indicazioni che conducono all’ingresso del museo.
La struttura che ospita un museo è un antico laboratorio tessile a fianco del quale è stata creata una struttura più moderna ben integrata nel tessuto urbano fatto di antiche abitazioni in granito. All’ingresso vi ritroverete in un bel cortile arricchito dalle piante aromatiche tipiche della nostra isola oltre che da una prima esposizione di strumenti agricoli e il carro a buoi, fondamentale nella cultura contadina gallurese.
Il Museo si compone di diversi ambienti dedicati alle diverse attività lavorative della Gallura con particolare approfondimento al lavoro al telaio e la realizzazione di tappeti tradizionali in lana che qui ad Aggius ha trovato un’importante spazio diffusione. Una parte del museo ricostruisce l’abitazione di una volta ed nuova sezione luoghi pubblici come la scuola e l’ufficio postale.
La prima sala, introduce subito al tema principiale di tutto il museo ovvero la tessitura. Questa prima sala è dedicata alle erbe e le piante con le quali anticamente venivano tinte le fibre. Foglie e fiori di ogni tipo comprese le bucce di cipolle: tante le piante che in Sardegna forniscono coloranti naturali e che in questa sala si scopre avere capacità tintoria.
Il Museo organizza anche alcuni laboratori di tintura per far conoscere ai bambini quest’antica lavorazione.
La sala successiva è invece dedicata al costume tradizionale. Piccola ma esaustiva mostra alcuni esempi di abiti tradizionali, in particolare quelli per le feste, che evidenziano un ricamo ricco di dettagli e colori intensi.
Già in questa sala sono esposti alcuni antichi telai ed alcuni tappeti che saranno protagonisti di una sezione successiva del Museo.
Scendendo al piano sottostante si possono conoscere gli antichi mestieri che venivano svolti in Gallura. È qui che si trova una grande esposizione di strumenti da lavoro. Dalle seghe e le pialle dei falegnami, all’angolo dedicato al calzolaio, la lavorazione del sughero in quadretti e quella del granito. Tanti i mestieri di una volta che evidenziano come anche in Gallura fosse molto viva l’attività artigianale basata sulla trasformazione di materiali differenti che il territorio offriva.
Oggi molti di questi mestieri sono pressocchè scomparsi lasciando spazio a lavorazioni più industriali.
Successivamente si passa alla lavorazione del vino. Sembra proprio di entrare in un’antica cantina come se il cantiniere si sia assentato un momento. Tutto è sistemato come fosse una reale cantina ancora uitlizzata. Qui sono esposti tanti diversi strumenti per la preparazione del vino, dalla vendemmia alla conservazione del vino ed i travasi.
Una sezione, attualmente in fase di ristrutturazione, è dedicata alla musica del Coro di Aggius, esempio di canto corale come ben esemplificato è un po’ in tutta la Sardegna. Il coro di Aggius esegue solo brani tradizionali Aggesi ed è caratterizzato nel canto a “Tasgja Aggese”, dove una voce solista imposta il tono sulla quale intervengono le altre voci.
Il coro partecipa alle diverse funzioni religiose annuali, tra cui i riti di Natale e quelli della la Settimana Santa e la festa Patronale.
Ma la sezione del Museo più importante e che coinvolge maggiormente i visitatori è senz’altro la “Mostra Permanente del Tappeto Aggese”, un’ampia esposizione di antichi tappeti realizzati in questo piccolo paese. Particolarità del Museo è che il tappeto non solo è esposto ma nella Sala della tessitura si può assistere alla dimostrazione di questa lavorazione grazie alla disponibilità delle tessitrici che lavorano proprio qui nel Museo. Sono loro che oggi, come nelle case di una volta, continuano a realizzare questi manufatti e a tramandare quest’antica lavorazione.
Mi ha colpito sempre molto il fatto che ci fosse una sala del genere. Ci fa capire infatti che il Museo non deve essere solo un luogo dove ci sono solo cose vecchie ma può essere un luogo molto più vivo dove il nostro passato ha ancora molto da dire al nostro presente, dove si può continuare ad imparare e a fare nostra ed attuale l’eredità che conserviamo. E qui, al MEOC di Aggius ci sono ancora giovani ragazze che continuano ad imparare il telaio e a fare il tappeto aggese.
Potrete quindi assistere alla realizzazione dei tappeti di Aggius, chiedere come vengono realizzati, ammirare il particolare intreccio di fili di lana e cotone con i quali vengono creati questi particolari tappeti.
I tappeti sardi sono caratterizzati da motivi geometrici diversi alternati tra loro e da elementi floreali o faunistici. Il tutto in un insieme di colori la cui intensità non vi sembrerà sia possibile ottenerla da coloranti naturali!
Penso che la lavorazione del tappeto non sia un lavoro artigianale qualsiasi. Anch’esso esige precisione, molta pazienza e gusto estetico per la scelta dei disegni e l’abbinamento dei colori . Rimarrete colpiti nell’osservare questa lavorazione e per farvi venire voglia vi ho anticipato un video sui social che vi riporto qui di seguito.
L’esposizione di tappeti del MEOC è un viaggio nei colori, in un amore che c’era una volta per i colori che la natura offre all’uomo, un’amore per le forme geometriche e per le cose belle. Ho pensato che per fare un tappeto ci vuole tanto tempo e perciò pensate a quanta passione veniva messa per realizzare questi tappeti! Era un amore alla vita, a rendere anche la quotidianità del vivere più bella e colorata.
Oltre alla Sala con i telai di oggi e le donne al lavoro il Museo ospita una selezione di tappeti di Aggius ed esemplari di differenti tappeti provenienti da altre zone dell’isola. Questi tappeti sono accompagnati da alcune opere di Maria Lai, un’artista sarda morta nel 2013, la cui opera è stata caratterizzata per buona parte proprio dal tema del telaio e dell’arte tessile, e che qui ad Aggius ha lasciato una parte delle sue opere. È bello poter ritrovare qui alcune sue opere, in un bell’abbinamento tra arte povera e arte contemporanea. Le pecorelle che vedete qui appese alla parete sono una sua creazione.
La casa storica
Una sezione del museo è dedicata alla ricostruzione fedele di una casa storica con l’allestimento di alcune stanze arredate con mobili e oggetti di uso quotidiana. Qui è allestita nei minimi dettagli un’antica abitazione come poteva essere fino a circa la metà del secolo scorso, con la cucina, il cuore della casa con il caminetto, e la stanza da letto con alcuni letti in ferro battuto e la biancheria di una volta.
Altre stanze sono dedicate alle produzioni alimentari e casalinghe come la lavorazione del pane e la preparazione del formaggio oltre che ad una piccola anteprima della lavorazione tessile a telaio a mano approfondita, come abbiamo visto in precedenza, nelle altre sale del museo.
In particolare la stanza dedicata alla lavorazione del pane è una piccola esposizione di pani tradizionali. In Sardegna, infatti, il pane conosce diverse varietà, non solo nella tipologia di ricette ma proprio nelle loro forme. Il pane infatti era protagonista di diverse feste (feste patronali o campestri, matrimoni, funerali etc) ed aveva una valenza rituale e quasi sacra. Ancora oggi molte tipologie di pane vengono ancora realizzati con tanta attenzione alla cura delle decorazioni; possiamo dire che ogni paese aveva una diversa tipologia di pane!
Anche su queste antiche preparazioni il Museo organizza dei corsi che permettono di riscoprire le antiche tradizioni della Gallura.
Infine vi lascio alcune immagini della nuova sezione del museo, allestita in un antico palazzo adiacente al Museo che in passato ospitava le poste. La sale dell’ufficio postale è stata ricostruita con gli arredi originali (è ancora presente la buca delle lettere originale incastrata nel muro!) e altre sale ospitano arredi ed oggetti di un’antica farmacia (con tanto di erbe medicinali appese) e di un’aula scolastica.
Il MEOC è un museo piuttosto vivo perché organizza alcuni eventi come mostre fotografiche oltre che Laboratori per gruppi e scuole sui pani rituali, la tintura delle fibre tessili , i giochi di una volta, la bella grafia, e corsi di formazione sulla tessitura tradizionale aggese, la pasticceria tradizionale della Gallura, ma anche ceramica, pittura, erboristeria e cosmesi. Non mi aspettavo di trovare un museo così attivo in piccolo paese come Aggius. E invece l’ho trovato anche un po’ frequentato come se il Museo fosse diventato un luogo di ritrovo tra più persone. Che bello quando la cultura crea anche socializzazione!
Come arrivare al MEOC
Proveniendo da Tempio Pausania vi ritroverete sulla SP97 e all’ingresso del paese potrete seguire le indicazioni. Svolterete su via Riareddu per poi parcheggiare nelle vicinanze. Proseguendo a piedi sulla stessa stradina e girando a destra vi ritroverete all’ingresso del Museo, in Via Monti di Lizu.
Il Museo è aperto tutto l’anno con orari differenti tra stagione invernale e stagione estiva e il biglietto costa solo 4 euro. La visita dura circa 1 ora.
Da fare ad Aggius
La lavorazione del tappeto e questo amore per l’arte si vede anche per le vie del paese dove potrete trovare saracinesche dipinte ed altre opere di Maria Lai e più recenti opere di street art che di stanno diffondendo per colorare il centro storico, un bellissimo borgo di piccole costruzioni in granito.
Usciti dal Museo vi consiglio di visitare il borgo di Aggius, camminare alla scoperta dei piccolo scorci del centro storico. Molto interessante è anche il Museo del Banditismo di cui vi avevo raccontato un po’ di tempo fa
Vi consiglio anche un’escursione nei dintorni del paese. Famosi sono infatti i Monti di Aggius caratterizzati da rocce granitiche che hanno assunto le forme più varie pure quella di una strega, come mostra la foto qui sotto scattata in quella che viene chiamata Valle della Luna.
Ultimo aggiornamento 15 aprile 2017.
Dire che la musica del Coro di Aggius è esempio di canto corale ben esemplificato un po’ in tutta la Sardegna mi sembra riduttivo vista la particolarità del canto a Tasgjia del quale siamo i principali custodi. Per il resto grazie per la bellissima recensione.
Ciao Giampiero, grazie per la tua osservazione. Purtroppo quando ho visitato il museo non era allestita la sezione del Museo dedicata al coro di Aggius, spero ci possa essere occasione quanto prima. Saluti