Ho scoperto qualcosa in più della Sardegna. Erano anni che volevo andare alla Sartiglia e finalmente quest’anno ho esaudito questo mio desiderio.
Sono tornato da Oristano pieno di emozioni, impressioni e sentimenti vissuti durante un’unica giornata. Talmente emozionato che durante un applauso ho lanciato per aria il mio telefono, togliendomi così la possibilità di fare foto e condividere in diretta sui social la mia esperienza! Per fortuna con la macchina fotografica sono riuscito comunque a fare un po’ di scatti che vi condivo.
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— daniele pipitone (@DPipit1) 26 febbraio 2017
Che cos’è la Sartiglia?
Non una tradizionale corsa equestre di Oristano ma molto di più: una rievocazione storica, una sfilata di bellissimi abiti tipici e di cavalieri che indossano maschere misteriose, una gara a cavallo, il vanto di una Sardegna orgogliosa di se stessa e della sua storia. È l’unione del sacro e del profano. È la ricerca di un divertimento diverso dal solito. È il fascino della tradizione inviolata, della ritualità rispettata, amata, vissuta. È il brilluccchio negli occhi dell’oristanese che ti racconta con passione ogni dettaglio della giornata. È l’unità di un popolo che conserva la sua cultura e che segue con passione la gara, si esalta alla conquista di una stella d’argento. È l’accoglienza ad ogni angolo della città. È l’emozione nel vedere arrivare Su Componidori e tutti gli altri cavalieri a cavallo con i loro coloratissimi costumi.
Non capisci Oristano se non vedi la Sartiglia e vedendo la Sartiglia capisci come una tradizione può unire le persone e educare un popolo.
Sono rimasto colpito. Non mi aspettavo una manifestazione così ben curata. Purtroppo viviamo in tempi duranti i quali ciò che è “tradizionale” o “rituale” spesso è criticato, non rispettato, quasi privato della propria essenza e quindi del suo significato. Ad Oristano no: è evidente che la Sartiglia è sempre uguale a se stessa da quando esiste ma non è ripetitiva e allo stesso tempo continua ad appassionare e coinvolgere un pubblico sempre più ampio. E se un giorno avrete l’occasione di assistere anche voi a questo evento vi sembrerà di fare un salto nel passato e di vivere tante emozioni.
E’ proprio vero, come dice il motto che la Sartiglia è “un emozione senza tempo“.
La Sartiglia di Oristano si corre la domenica e il martedì di Carnevale. È una tradizione che ha origine antiche che risalgono al periodo medioevale quando erano comune tornei equestri a cavallo offerti al popolo come spettacolo. Tra questi rientrano pure le corse all’anello come la Sartiglia le cui prime documentazioni risalgono al XVI secolo ma si pensa che già nei secoli precedenti i cavalieri del Giudicato d’Arborea si cimentassero in simili prove di addestramento a cavallo e giochi abilità.
L’organizzazione della Sartiglia vede protagonisti i “gremi” ovvero le antiche corporazioni di mestieri, legate ad un santo protettore, a cui un tempo era affidata l’organizzazione dell’evento e che oggi si sfidano per conquistare quante più stelle possibili. Oggi i gremi sono due: quello dei contadini, protagonisti la Domenica e quello dei falegnami che invece festeggiano il martedì.
Ma il protagonista indiscusso della Sartiglia è “Su Componidori” (dal catalano componedor, colui che compone, comanda), il cavaliere che nelle due giornate guida l’evento e sarà lui stesso a scegliere chi gareggerà dei cavalieri. Su Componidori non si può definire un semplice cavaliere. È molto di più: qualcuno lo definisce un semi-dio, una figura alla quale nel tempo si è scelto di dare una posizione super partes e quasi metafisica, un essere privo di emozioni che possano trasparire dalla sua maschera, colui al quale affidare tutta la gara, l’apertura della corsa con la conquista della prima stella e la chiusura della giornata. Un qualcuno per così dire “più” dell’umano a cui affidarsi, ecco perché ha un aspetto anche religioso. Interessante sapere, a tal proposito, che la Sartiglia di Oristano comincia con la consegna del cero benedetto durante la domenica della presentazione al tempio di Gesù.
Per ogni giornata della Sartiglia c’ è un Componidori differente, uno per gremio. La vestizione de Su Componidori è uno dei momenti più emozionanti della Sartiglia ed è proprio qui che a mio parere si capisce la differenza tra la Sartiglia ed altre gare equestri ed è qui che si scopre il fascino della tradizione e l’unione tra sacro e profano che questo evento porta con sé.
La mattina, infatti, dopo che è stato emanato in piazza il bando della Sartiglia e si è svolta la vestizione di Elenora d’Arborea, un corteo di giovani donne in abiti tradizionali si muove accompagnato da tamburini e trombettieri (il cui suono risuona per tutta la giornata della Sartiglia) verso la casa del presidente del gremio accompagnando alla vestizione colui che diventerà Su Componidori.
Il vestito viene cucito addosso al giovane cavaliere, dalle giovani Massaieddas seguendo gestualità e scenografie ben precise e le indicazioni de Sa Massaia manna, quasi una teatralità che mantiene un suo carattere sacro e misterioso e che si ripete ogni anno allo stesso modo. È durante questo momento che Su Componidori è come se acquisisse la sua potenza, quasi che ci sia una vera propria trasformazione.
Su Componidori appare quindi con il suo ricamatissimo velo bianco, la maschera e un cilindro nero un po’ buffo in testa, con quest’area elegante, misteriosa ma rassicurante. Pensate che quando Su Componidori è pronto sale a cavallo, nel silenzio della folla e non potrà più scenderne per tutta la giornata! È lui che sceglierà chi parteciperà alla corsa alla stella.
I due Componidoris si differenziano per alcuni dettagli: i colori dei nastri (rossi e azzurri e rosa) che chiudono la camicia bianca e il colore maschera: questa è color terra per i contadini, quella bianca per i falegnami. Anche la camelia sul petto è rossa la domenica e rosa il martedì. Sono dettagli che vi fanno capire quanta attenzione c’è in questa tradizione anche nelle piccole cose.
Una volta a cavallo Su Componidori si dirige verso via Duomo, il palcoscenico della corsa alla stella, dove una grande folla è pronta ad aspettarlo sul sagrato della Cattedrale e lungo tutto il percorso. Eleonora d’Arborea apre una coloratissima sfilata dove gruppi in costumi accompagnano i cavalieri. Questa sfilata è uno spettacolo per gli occhi: dopo i trombettisti e i tamburini, sfilano alcuni gruppi in costumi tradizionali sardi e in costume tradizionale di Oristano.
E poi ecco Su Componidori in tutto il suo splendore: acclamato da tutta la gente elargisce benedizioni con la Pippia de maiu ovvero il “mazzolino di maggio”, una sorta di scettro di viole simboleggiante la vicina primavera.
Dietro di lui i cavalieri in gruppi di tre tutti in maschera e con colorati e affascinanti costumi. Alcuni più tradizionali, altri un po’ più moderni, comunque colorati. I cavalli, pensate, hanno tutti le criniere e la coda pettinate, raccolte, in coloratissime coccarde abbinate agli altrettanti colorati vestiti dei cavalieri: uno spettacolo per gli occhi.
Il corteo è arricchito dalla presenza di figuranti in abiti medioevali – prime fra tutte Eleonora d’Arborea, da gruppi folkloristici provenienti da diverse parti della Sardegna e da numerosi figuranti indossanti l’abito tipico di Oristano: anche questa è una bellissima sfilata di ricami rossi, dorati e altrettanti bellissimi gioielli sardi.
La corsa all’anello
La sfida a cavallo è tra diversi cavalieri mascherati che hanno l’obiettivo di conquistare una stella di metallo appesa lungo un percorso allestito nel centro di Oristano. La città si trasforma in un piccolo borgo medioevale dove le strade sono coperte di sabbia e covoni di paglia, la folla si ammassa in attesa di Su Componidori e dell’inzio della discesa dei cavalieri.
Ad Oristano ho visto ammirato un popolo con una partecipazione unica, interessata, emozionata ,rispettosa. Che bello vedere adulti, giovani e bambini tutti interessati, in attesa della conquista della stella! Un unità di popolo, un’interesse alla tradizione che non vedevo da tempo.
Alla gara partecipa anche qualche donna: amazzoni spesso in un abito femminile cercano anch’esse di coinquistare la stella regalando punti al proprio gremio.
La gara dura circa tre ore ma non vi annoierete per niente tanto verrete coinvolti dall’evento e dall’entusiasmo pubblico!
Una volta conclusa la corsa alla stella i cavalieri si postano in corteo verso Via Mazzini. È Qui che ha inizio un altro spettacolo, quello delle pariglie. I cavalieri danno spettacolo di sé in gruppi di tre cercando di stare in piedi su cavalli in corsa e cercando di creare particolari coreografie. Quanta bellezza che regala la Sartiglia!
Potete avere un’idea delle pariglie guardando questo video che ho trovato su youtube.
Buon cibo non manca
Le strade del centro storico di Oristano ospitano diversi mercatini che espongono prodotti enogastronomici locali (come il riso della zona di Arborea, miele, carciofi, formaggi) e creazioni dell’artigianato sardo. E poi tanti chioschetti che offrono a prezzi economici panini con carne alla griglia, pesce fritto, frittelle (“zippole” e “fatti fritti”), vernaccia a fiumi… e tante altre squisitezze.
Considerato che la corsa alla stella inizia verso l’una e un quarto e che è opportuno prendere posto con anticipo vi consiglio di fare provviste prima!
Informazioni pratiche
Se volete vedere la Sartiglia organizzate con tempo la vostra giornata ma soprattutto armatevi di un po’ pazienza per affrontare l’enorme afflusso di gente. La Sartiglia diOristano è uno degli eventi più frequentati di tutta al Sardegna e amato da tanti sardi e non solo. Sono sempre di più i turisti interessati ad ammirare questa bellissima manifestazione.
Vi consiglio di scegliere quali parti della manifestazione seguire perché è un po’ difficile essere presenti ad ogni fase garantedosi una buona visibilità. Ho visto persone dalle 10 della mattina prendersi il posto lungo il percorso della corsa alla stella! Se volete stare più comodi è possibile sedersi presso le tribune che ospitano centinaia di posti. anche se i cavalieri si vedono un po’ più da lontano.
Tutte le informazioni su www.sartiglia.info o sul sito turistico www.visitsartiglia.com.
Dove dormire
Prenotate con tempo altrimenti rischiate di non trovare posto ad Oristano. Ma se volete risparmiare si può scegliere un b&B in uno dei paesini limitrofi ovviando anche al problema dei parcheggi di Oristano dovuto alla chiusura delle strade del centro per l’allestimento della corsa e la presenza di sabbia.
Pensate che io ho prenotato la sera prima con un mio amico e ho trovato posto presso il B&B Nurachi nell’ominimo paesino a pochi chilometri da Oristano. L’accoglienza di Ornella è stata unica: subito ci ha dato le sue indicazioni per la nostra permanenza ad Oristano e ci ha tenuto a conoscerci un po’ di più e a raccontare di sè. Che bello conoscere persone aperte, che credono nel turismo in Sardegna e in un tipo di ospitalità fatta di umanità, dialogo e conoscenza reciproca. Il B&B è un’antica abitazione in mattoni di paglia e fieno, sviluppata attorno ad un cortile interano, ristrutturata di rcente per essere adibita alla ricezione e mi è sembrato molto silenzioso pur essendo nel centro del paese.
Chiudo questo post sulla Sartiglia con la canzone “Componidori di Vinicio Capossela” suggeritami da un mio amico.