La Sardegna è una delle regioni in cui si beve più birra in Italia ed anche una regione dove la birra si produce con orgoglio. Non parliamo solo di marchi famosi ma anche di piccoli produttori artigianali che negli ultimi anni hanno deciso di investire in questo settore sperimentando nuovi metodi e ricette e producendo birre dai sapori nuovi.
Questa è la storia di Nicola Perra l’ideatore della Barley, un brand dal suono inglese che rappresenta una birra tutta sarda, sia come idea che come realizzazione. I nomi sono tutti nomi sardi o ispirati alla Sardegna: Friska, Macca Meda, Sella del Diavolo, tanto per citarne alcuni.
Ho avuto modo di conoscere le birre Barley a Prato, presso una Gastronomia di amici, e sono rimasto molto colpito dai sapori ricchi originali che queste birre racchiudevano. Sono infatti birre arricchite da ingredienti particolari, alcuni dei quali legati al territorio sardo.
La linea “BB”, ad esempio, è realizzata utilizzando in alcuni casi il mosto cotto (sapa), in altri il mosto fresco di uve locali: uve Cannonau per la BB10, uve Nasco per la BBevò, uve Malvasia per la BB9.
Dovete sapere che le Barley hanno conquistato nel tempo diversi premi come migliore birra, non solo in Italia, ma anche all’estero. In generale la metodologia produttiva delle Barley è basata sulla assenza di pastorizzazione e filtrazione e sulla rifermentazione in bottiglia.
Non sono un intenditore di birre, ma ogni volta che bevo una Barley mi viene più voglia di bere una birra e gustarmela fino in fondo. E sapere che viene realizzata in Sardegna mi rende ancora più orgoglioso. Per scoprire tutte le birre Barley potete vistare il sito www.barley.it
Conosciamo un po’ di più la storia di Nicola.
Ciao Nicola, da quando esiste la Barley e quando hai deciso di iniziare questa attività? Raccontami com’è nata.
La decisione di trasformare una forte passione per le birre artigianali in una vera e propria attività d’impresa è nata nei primi mesi del 2004, anno in cui abbiamo cominciato a preparare i documenti necessari per richiedere i prestiti alle banche.
La società Barley srl fu fondata da me ed Isidoro Mascia nel marzo 2005. La produzione invece è partita nell’agosto 2006.
Iniziammo con le cotte di Friska, Sella del Diavolo e Toccadibò e, due mesi dopo, con la BB10.
L’idea è sempre stata quella di proporre le birre a tavola; ecco perché puntammo subito ad inserire i prodotti nelle enoteche (che allora, in Sardegna, non avevano birre artigianali), enogastronomie, ristoranti, pizzerie e pub.
A cosa ti ispiri per la creazione delle tue birre?
Principalmente ai miei gusti personali e devo dire che finora è andata bene, visto che le birre le vendiamo con un certo successo. Ho sempre bevuto le birre a tavola, proprio come i vini. Sono due bevande tutt’altro che antitetiche.
L’obiettivo è sempre quello di creare prodotti eleganti, equilibrati e ricchi di personalità, senza estremismi che, inevitabilmente, ostacolano la bevuta a tavola.
Ad oggi abbiamo una gamma di 15 referenze, nella cui linea “base” vengono annoverate birre diverse tra loro, per accontentare i gusti di tanti, a volte con l’impiego di prodotti particolari e locali come il miele d’arancio di Luigi Manias di Ales (OR) o del mosto d’uva (fresco o cotto, a seconda dei casi) nelle birre della linea “BB”; quest’ultima è basata sull’idea di arricchirle con sfumature piuttosto interessanti ed ottenibili solo grazie al frutto della vite, che prevedono a seconda dei prodotti, un lungo affinamento in bottiglia. Sono birre che, una volta assaggiate, lasciano una traccia quasi indelebile nel palato del bevitore attento ed esigente.
Sei soddisfatto del lavoro fatto finora? Consiglieresti ad altri giovani di fare una scelta simile investendo in Sardegna?
Come birraio sono soddisfatto poiché i prodotti hanno una qualità ampiamente riconosciuta un po’ in tutti gli ambiti, primo fra tutti il mercato nazionale ed internazionale, nel quale sono inseriti.
Come imprenditore artigiano lo sono poiché come impresa si continua pian piano a crescere: dopo 10 anni di attività, abbiamo aperto il secondo stabilimento, decisamente più grande del precedente, per far fronte alle richieste del mercato, che da anni non riuscivamo a soddisfare.
Gestire due sedi produttive non è facile, né leggero, ma ci consente di produrre tutta la linea delle “BB” nel primo stabilimento e tutta la linea “base” nel secondo. Una gamma di prodotti così vasta come la nostra, necessita inevitabilmente di un enorme impegno. Ma questo fa “parte del gioco”.
Non sono in grado di dare consigli su una scelta come quella fatta da me e il mio socio, poiché la nostra è un’attività basata sulle nostre passioni, declinata e modulata progressivamente sugli orizzonti della nostra impresa.
Certo è che, chi intraprende una strada del genere, deve avere una forte passione (che serve per sentire meno le fatiche che questo lavoro comporta, a tutti i livelli), buona competenza sulla produzione brassicola e ottima conoscenza del mercato birrario, in generale e di quello artigianale, in particolare. E, non ultimo, deve farsi molto bene i conti prima di investire un solo euro!
Cosa vorresti per il futuro della tua azienda in questo momento?
Che continui a prosperare e che il nostro piccolo team sia affiatato come lo è stato finora. Il successo di un’impresa, seppur piccola come la nostra, non può prescindere da una buona qualità della vita lavorativa di tutti coloro che ne fanno parte, a vario titolo.
Quali novità dovremmo aspettarci prossimamente dalla Barley?
Come tutte le birre fatte finora, le novità saranno basate su progetti di ampio respiro e credo che continuerò, come sto già facendo, a sperimentare sulle birre col mosto: quello avviato per primo in Italia con la BB10, è un mondo molto vasto e c’è davvero tanto ancora da esplorare.