Sono già più di due settimane che sono in Sardegna!
Che bello! Non avrei mai pensato di tornare in Sardegna e forse non avrei mai immaginato di fare una scelta così radicale. Le nuove esperienze entusiasmano sempre parecchio ed è bene a mio parere immergersi fino in fondo.
Ho scelto di cambiare totalmente la mia vita, il luogo dove abito e il mio lavoro.
Da un giorno all’altro il mio ritmo di vita è stato travolto. La sveglia del mattino è anticipata, non ho più la metro da aspettare al binario ma la macchina da prendere.
Ho un lavoro del tutto diverso, in un settore, i trasporti, nel quale non avrei mai pensato di lavorare in vita mia. Ma è bello rimettersi in gioco e sfidare se stessi, intraprendere nuove strade, fare esperienze diverse.
Vivo in Sardegna. Abito e lavoro ad Olbia, una città che negli anni è cresciuta tanto e questo mi affascina. È una cittadina tranquilla, a metà tra un paese una grande città, dove non c’è lo stress e il traffico di una grossa città, e il fatto che si affacci sul mare è per me una nota molto positiva.
Dopo aver abitato in diverse città tutte affacciate sul fiume finalmente mi posso godere la bellezza del panorama marittimo e quando voglio, fare una passeggiata sulla spiaggia.
L’aspetto più positivo di questi primi giorni in Sardegna è che mi rendo conto che non avrei mai potuto tornare in Sardegna se non fossi stato tutti questi anni fuori.
Non avrei mai potuto tornare se non fossi stato a Firenze, Parigi, Roma, Brighton e Londra. Sì, proprio così mi rendo conto che tutto quello che ho visto, conosciuto, le persone che ho incontrato, gli stili di vita vissuti mi permettono oggi di guardare la Sardegna e i sardi con uno sguardo nuovo. Di riamare la mia terra dopo essermene andato a 19 anni con il desiderio di conoscere, come un piccolo Ercole, cosa ci fosse dietro “le colonne” del traghetto.
Solo uscendo dall’isola si riesce ad apprezzare fino in fondo il luogo in cui si è nati e guardare a certi limiti umani, sociali, culturali e anche “urbani” e “infrastrutturali” – che spesso ci fanno criticare la Sardegna – in modo diverso.
Mi viene da riabbracciare tutto. Dopo essermi adattato ad ambienti “non miei”, a sentirmi un po’ fiorentino, un po’ parigino, un po’ romano e anche un po’ inglese, dopo aver visto diverse culture, aver vissuto diversi stili di vita e aver conosciuto diverse persone, caratteri, personalità, modi di considerare la propria vita e quella degli altri, ritorno a fare la vita da sardo.
Da un certo punto di vista mi sembra di dover ripartire da zero. Non conosco più molte persone e mi devo riabituare a diversi aspetti. Ma tempo al tempo, sento che devo buttarmi in tante cose.
Mi sto impegnando nel mio lavoro anche se non è il lavoro della mia vita e con un po’ di ironia vivo il fatto di ritrovarmi a parlare con autisti di tir a proposito di targhe, gomme e carte di circolazione. Ma contento di essere tornato in Sardegna e che piano piano posso iniziare a riamare la mia terra e anche a costruire le cose che più mi interessano.
Mi sento voluto bene e accolto da tante persone e questa è una grande cosa. E anche avere vicino la famiglia è importante: il fine settimana torno a casa per godermi il calore familiare.
Ho riscoperto il gusto di avere una casa tutta per me, gestita a modo mia e accogliente per gli amici. Dopo tanti anni di convivenze senti un po’ l’esigenza di avere un posto tutto per te, una casa a misura tua.
G. K. Chesterton scrisse che “la vita è un’avventura ma solo l’avventuriero la scopre” e mi sa aveva ragione.