Quanti luoghi visti in Ciociaria! Sono passati quasi due mesi e ancora devo scrivere dei post!
Non posso non dedicare un pagina del blog ad altre due bellissime località: l’Isola del Liri ed il borgo di Arpino.
Quella del Liri non è in realtà un’isola vera e propria come quelle che si trovano in mezzo al mare o nei laghi. E’ in realtà un piccolo borgo il cui centro è un’isola formata dal fiume Liri che costeggiando il Castello Boncompagni-Viscogliosi, qui si divide in due formando due cascate, quella Grande e quella del Vascatoio.
La più affascinante è la cascata Grande (fotoche rende così famoso questo posto. Penso che sia proprio difficile trovare una cascata così alta e affascinante bella nel bel mezzo di un centro abitato.
Gli edifici circostanti sono purtroppo un po’ abbandonati creando un paesaggio un po’ decandente quasi da film.
Visitando i diversi centri abitati della Ciociaria mi sono accorto di come siano ricchi di storia: delle origini con i poli ernici e  volsci, agli sviluppi romani e nel medioevo. E tutta questa storia è ben evidente nelle strade e negli edifici che oggi si conservano. Per secoli nella Valle del Liri erano attive numerose cartiere, chissà come dev’essere stato diverso il paesaggio e più movimentata la vita qui in passato.
Purtroppo non ho avuto il tempo di andare dentro la cascata del Liri ma senz’altro dev’essere emozionante. Su internet ho trovato anche numerose foto della cascata illuminata di notte, wow!

 

 

Successivamente mi sono spostato verso il Borgo di Arpino, un piccolo centro  di origine volsche, successivamente conquistato dai Romani e sviluppatosi nei secoli successivi. Arpino può vantare di aver dato i natali al filosofo e politico romano Marco Tullio Cicerone che ha citato più volte il suo paese natale nelle sue opere. Oggi viene ricordato con una moderna statua bronzea nella piazza del paese e dal Liceo Ginnasio Tulliano che prende il suo nome, apprezzato liceo le cui prime origini risalgono al XVII secolo e che ogni anno organizza il Certamen Ciceronianum Arpinas, un concorso di traduzione e commento dal latino di un’opera di Cicerone.Diverse sono le persone legate ad Arpino. Tra queste ricordo San Francesco Saverio noto come l’Apostolo di Napoli che anche lui nacque qui. Il compositore Ennio Morricone e lo scultore Umberto Mastroianni (zio dell’attore Marcello), invece, hanno la cittadinanza onoraria in quanto le loro famiglie hanno origini arpinate.

 

Da sinistra a destra: L’antica strada romana di cui rimane traccia nella piazza centrale del paese –  Il gruppo folcloristico del Gonfaleone di Arpino che indossa le ciocie (Il “Gonfalone” è una manifestazione folkloristica nata per valorizzare le tradizioni che affondano le radici negli usi e costumi degli antenati della terra ciociara) – La statua di Cicerone nella piazza centrale.

Ad Arpino ho potuto conoscere da vicino le “ciocie”, la tradizionali calzature in pelle che danno il nome alla Ciociaria. In realtà veniva usata anche in altre zone del sud Italia. Come è evidente dalla foto le ciocie sono una calzatura morbida e bassa che veniva legata alla caviglia. Sono inoltre caratterizzate da una punta piuttosto pronunciata che pare venise utilizzata per indicare lo stato nubile delle ragazze e quindi invitare indirettamente i ragazzi al corteggiamento.

Non mi aspettavo di trovare qui, in questo borgo della Ciociaria, un piccolo Museo della Liuteria. Si tratta di una stanza che si trova nell’edificio del Municipio che si affaccia sulla Piazza del Paese.
E’ qui a Arpino, infatti, che nella seconda metà del XIX secolo Luigi Embergher aprì una bottega per realizzare strumenti musicali a corda, prevalentemente mandolini. Oggi il suo nome è identificativo di un certo tipo di strumenti musicali. La sua attività fu poi ereditata da Domenico Cerrone che però non riuscì a trasmettere la passione per la liuteria a figli o allievi.

 

Il piccole museo presenta oggi alcuni di questi mandolini ma anche strumenti da lavoro e altri oggetti che appartenevano alla bottega del liutaio insieme a qualche carteggio e fotografie.

 

 

 

Una volta visitato il centro di Arpino mi sono spostato verso la Civitavecchia (da non confondere con la città marittima…) ovvero la parte più vecchia della città situata a circa 800 m slm, l’Acropoli.
L’area risale all’VIII secolo a.C. e sono presenti testimonianze dell’architettura ciclopica, opera poligonale, tra cui l’arco a tutto sesto più antico al mondo. Si tratta di una delle porte scee caratterizzate dal fatto che si aprono lateralmente.
Su wikipedia ho trovato questa interessante descrizione “in tal modo, per entrare nella città fortificata si doveva esporre agli abitanti il lato destro del corpo, che in caso di guerra e in caso di soldati attaccanti era quello sguarnito dalla difesa dello scudo (il quale veniva tenuto con la mano sinistra, mentre l’arma veniva tenuta con la mano destra).
Gli abitanti godevano pertanto del sostanziale vantaggio di poter respingere un potenziale attacco nemico, colpendo il nemico nel lato sguarnito da difesa, quello destro.”

L’acropoli ha subito dei ridimensionamenti durante il medioevo e ora rimane una rocca che domina sui colli della Ciociaria. Le rovine, e gli ulivi circostanti, creano un paesaggio degno di una sosta di ammirazione.

 

Non poteva concludersi meglio l’esperienza in Ciociaria: bellissimo il panorama dalla Civitavecchia: oltre al centro di Arpino, visitato poco prima, si vedono gli altri colli ed i paesi circostanti immersi in un bel verde.

La gita ad Arpino è termiant con un buon pranzo a I Giardini dell’Acropoli nel quale ho potuto scoprire i sapori del territori: salumi e carne alla griglia e in particolare un primo piatto, una sorta di minestra piuttosto densa, con “sagne” una pasta con farina bianca fatta a mano, fagioli e asparagi, molto semplice ma saporito, come spesso capita con prodotti locali e della tradizione.

 

 

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About the author

Daniele

Nato in Sardegna, ho vissuto a Firenze, Parigi, dove ho iniziato l'attività di blogger con "Un sardo a Parigi" e poi a Roma.
Dopo anni qua e là alla scoperta dell'Italia e di qualche località fuori dal bel paese, ho deciso di tornare in Sardegna per valorizzare e far conoscere la mia bellissima isola, il suo paesaggio, la sua storia e le sue tradizioni. Oltre alle diverse esperienze da vivere, in tutte le stagioni.

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