Sono stato nel paese di Mamoiada dove non ero mai stato. Di per sé è un piccolo paese con qualche casa antica nel centro storico. La manifestazione era ben organizzata: ben 77 punti di interesse tra cantine, vecchie case, musei, siti archeologici e tanti punti di ristoro.
Qui a Mamoiada Autunno in Barbagia mi è sembrato molto improntato sui piatti tipici sardi. Astenersi dunque intenzionati a portar avanti diete o attenti a piatti leggeri, questo non è posto per voi. Se invece volete conoscere una tradizione culinaria semplice ma diversa potete benissimo fare un salto qui. In ogni angolo del paese era possibile mangiare qualche piatto tipico: spiedini di pecora (ottimi!), patate, frittelle di asparagi, seadas (qui chiamate sevadas) pane vrattau (pane carasau con salsa di pomododo e formaggio), carne e formaggio alla griglia, salsiccia, spezzatino di maiale o di asino, pecora in umido, dolci, castagne arrosto e chiaramente il vino.
L’aranzadas: bucce di arance caramellata con mandorle e miele, dolce tipico del nuorese |
Grandi spiedoni di manzo alla griglia! |
Una delle “cortas apertas“ |
Casa Museo – La sala |
Casa Museo – La stanza da letto |
Molte belli (e buoni) i dolci nuoresi che affascinano per la ricchezza delle loro decorazioni fatte a mano.
Non si può non parlare di Mamoiada se non si parla delle maschere tipiche (Mamuthones e Issohadores) una tradizione antica ancora tramandata alle nuove generazioni. Durante Autunno in Barbagia, infatti, anche i bambini sfilavano per le vie con questi tipici costumi.
La ragazza che ci ha fatto da guida è stata molto brava e chiara nell’accompagnarci durante il percorso. La visita comincia con una multiproiezione di 12 minuti che illustra la storia di queste maschere, immersa nella notte dei tempi, e presenta alcune ipotesi circa il loro significato. Non è ancora chiaro infatti che cosa simboleggino queste maschere e da cosa nascono, probabilmente si riferiscono ad antichi riti propiziatori per la fine dell’inverno e l’inizio dell’annata agricola e la vita nei campi. Lo si capisce anche dai richiami alla cultura agropastorale delle maschere.
Il Museo, infatti, è dedicato in particolare alle maschere in legno con caratteristiche zoomorfee e con campanacci o altri strumenti che provocano suono. Grazie alle esposizione delle maschere di Mamoiada il museo offre quindi una breve presentazione di questo genere di maschere di cui si ritrovano simili in altri paesi del mediterraneo.
La prima sala (“del Carnevale Barbaricino”) presenta le maschere di Mamoiada – che uscivano per la prima volta nelle strade del paese alla festa di Sant’Antonio Abate del 17 gennaio e successivamente nelle sfilate carnevalesche – e le altre maschere sarde (Boes, Merdules e Filonzana di Ottana e i Thurpos di Orotelli). In particolare sa filonzana è l’unica maschera femminile sarda e raffigura un’inquietante donna con gobba che tiene il filo del destino umano pronto a tagliarlo con delle grosse forbici, una versione moderna delle parche greche… In una vetrina sono esposte diverse maschere in legno con caratteristiche zoomorfe e antropomorfe.
La manifestazione Autunno in Barbagia ha avuto molto successo: che belle queste opportunità di conoscere il territorio!
Un bellissimo Articolo sulla Sardegna con tutte le sue tradizioni e specialitá.. Offre a tutti una Gamma di colori di feste,iniziando dalla cavalcata Sarda, la Festa di Sant´Effisio, Cortes apertas ecc.. Eccezionale!
Grazie! Continua a seguirmi e vieni in Sardegna!