E’ stata davvero una bella sorpresa, non conoscevo questo museo, forse ne avevo solo sentito parlare. Ho visitato questo museo durante una domenica mattina ed è stata una bella sorpresa perché non mi aspettavo che in Italia, ed in particolare a Roma, potesse esistere un museo del genere capace di valorizzare una vecchia centrale elettrica e allo stesso tempo un’affascinante collezione di scultura antica altrimenti rimasta chiusa in deposito.
L’ambiente in cui si entra è quindi unico e molto suggestivo e caratterizzato da questo contrasto tra antico e moderno, arte e ingegneria industriale, il nero delle turbine e il bianco del marmo. Un museo che dubito da altre parti si possa trovare e che, per una volta, possiamo vantare come esempio di riconversione di una struttura industriale a spazio culturale.
Il Museo è organizzato in quattro ambienti principali suddivisi tra il piano terra e il primo piano della vecchia centrale.
Al piano terra una prima sala introduce alla storia della Centrale Montemartini, una centrale elettrica originaria del 1912 e molto importante per la fornitura di energia elettrica nella città di Roma. La centrale fu intitolata a Giovanni Montemartini, economista e teorico delle società municipalizzate attento alle nuove tecnologie e allo stesso tempo alle riforme sociali.
Un altro ambiente, la Sala Colonne, è dedicata alla Roma repubblicana con un’approfondimento sul lusso nella vita privata. Raccoglie i reperti provenienti dalla Necropoli Esquilina, il complesso di San Lorenzo nonché interessanti micromosaici raffiguranti pesci e arredi funerari tra cui antiche lettighe lignee.
Qui è esposta la ritrattistica tardo-repubblicana tra cui spicca il Togato Barberini (I sec a. C.) che raffigura un tipico nobile romano con in mano il calco dei propri antenati.
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Togato Barberini – I sec. a.C. |
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Statua di Atena tipo Velletri (da originale del V sec a.C.) |
Sala delle Macchine
Al piano superiore l’allestimento della Sala delle Macchine non potrà lasciarvi indifferenti, Penso che sia difficile trovare uno spazio museale in cui arte antica e liberty industriale si uniscano in questo modo. Il Museo parla qui due lingue: quella di un’arte antica ma ancora così affascinante e che parla ancora al visitatore e quello delle grosse macchine industriale ferme da decenni e ora adattate a mute scenografie per ricordare il lavoro di tempi passati.
Qui l’allestimento è caratterizzato dal colore azzurro ed ospita delle bellissime opere di statuaria in marmo tra cui diverse copie da originali greci, intere, busti o ritratti a tutto tondo. Qui sotto alcuni esempi.
Quasi in fondo alla sala in risalto è la ricostruzione del fregio del Tempio di Apollo Sosiano, attorno le testimonianze di altri complessi architettonici del centro monumentale di Roma tra cui Campidoglio, Area Sacra di Torre Argentina, Domus di Villa Ravaldi. Questi monumenti antichi mostrano lo sviluppo della città dall’età repubblicana a quella tardo imperiale.
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Sala delle Macchine, vista dall’alto |
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Ritratto di Antinoo – Domus di Villa Ravaldi – età adrianea |
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Busto di combattente |
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Testa di statua colossale di Dea femminile – 101 a.C. |
Sala delle Caldaie
Qui sono esposte opere provenienti dagli antichi horti romani (Esquilino, Sallustiani, Spei Veteris a Porta Maggiore) ovvero dai giardini di alcune ville. Il colore caratterizzante questo ambiente è il verde chiaro.
Anche qui si rimane a bocca aperta di fronte a certi capolavori in marmo che a mio parere niente hanno da invidiare ad opere di Musei più famosi, tra i quali mi viene in mente quello di
Palazzo Massimo.
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Fanciulla seduta |
Molto affascinante è questo ritratto di fanciulla seduta caratterizzato da uno sguardo quasi malinconico e da questa posa ripiegata di grande realisimo. Al centro della sala il colorato e grande mosaico con Scene di Caccia del IV secolo d.C. proveniente da Santa Bibiana.
Protagonista della sala è il ritratto di Musa – Polimnia, da originale di epoca ellenistica, raffigurata in piedi appoggiata con il gomito su un muretto e avvolta in un leggerissimo velo che lascia intravvedere i volumi del corpo.
Purtroppo non posso inserire molte immagini ma ci sarebbero tante opere da mostrare di questa sala che colpiscono per l’abilità e la raffinatezza con cui sono state realizzate, esempi di scultura che quasi non sembrano essere state realizzate in marmo.
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Statue da Casa di Via Cavour |
Storia del Museo
Il Museo è nato nel 1997 quando alcune sculture dei musei capitolini sono state trasferite qui per alcuni lavori di ristrutturazione. In quell’occasione fu inaugurata una mostra intitolata “Le macchine e gli dei” che, con l’esposizione di pere ritrovate in scavi dell’ottocento e degli anni trenta, già presentava la doppia vocazione museale della Centrale.
Successivamente, nel 2005, la Centrale fu confermata come sede museale permanente delle collezioni capitoline.
Il Museo rientra all’interno di un progetto di riqualificazione dell’area urbana Ostiense Marconi che prevede la valorizzazione di strutture quali il Mattatoio, il Gazometro e gli ex Mercati Generali futura sede dell’Università Roma tre e della Città della Scienza.
Informazioni pratiche
Il costo del biglietto ordinario non è alto, solo 7,50 €, forse per incentivarne la visita. Il Museo della Centrale Montemartini è infatti purtroppo un po’ fuori dal centro di Roma e dai tradizionali tour turistici ma è comunque raggiungibile con la linea A della metropolitana. Arrivati alla stazione Garbatella e attraversato il ponte che porta sulla Via Ostiense si arriva subito al Museo. Mi ha sopreso comunque trovare numerosi turisti stranieri, forse più degli italiani in quel momento.
L’indirizzo preciso è Via Ostiense, 106: gli orari di apertura sono dal martedì alla domenica dalle 9.00 alle 19.00