Bella come numerose chiese di Roma, San Pietro in Vincoli mi ha colpito subito appena entrato. L’ampia navata centrale, libera da panche, crea spazio ad un ambiente luminoso e monocromo in cui emergono bianche colonne doriche ma in cui il protagonista principale è San Pietro.
La Chiesa è chiamata anche Basilica Eudossiana, dal nome di Licinia Eudossia, figlia di Teodosio II e moglie di Valentiniano III che fece costruire la basilica nel V sec. d.C. per ospitare i “vincula“, ovvero le catene di ferro con cui fu legato San Pietro che furono donate alla madre da Giovenale, patriarca di Gerusalemme.
La reliquia è oggi esposta in una teca al di sotto dell’altare principale.
Interventi architettonici furono fatti nel VIII, XV, XVI secolo da diversi pontefici. A quello di Giulio secondo va l’aspetto attuale della chiesa, il portico esterno e il convento con il chiostro di Giuliano da Sangallo, oggi sede della Facoltà di Ingegneria dell’Università Sapienza.
Oltre alle catene di San Pietro la Chiesa ospita il famoso Mosé di Michelangelo, la statua protagonista del monumento funerario a Giulio II. Mosè qui raffigurato seduto, col volto girato a sinistra come preso in un attimo.
La chiesa di San Pietro in Vincoli si trova a pochi passi dal Colosseo e dalla metro Cavour, adiacente alla Facoltà di Ingegneria dell’Università Sapienza.