Ho già accennato alla Fontana di Trevi parlando del mio primo giro per il centro di Roma.
Dopo averla visitata devo dire che la fontana merita tutto l’interesse per cui ogni giorno è visitata da migliaia di persone. Devo dire che l’ho trovata anche in un ottimo stato di conservazione e ben pulita.
La fontana è del XVIII secolo e fu progettata da Nicola Salvi che la costruì su un lato di Palazzo Poli. Lo stile è classico con interventi di stile barocco. La fontana ha un suo fascino non solo per le sue dimensioni ma anche per il suo stesso disegno architettonico: davanti a un fondale piuttosto classico, si si trovano alcuni cavalli e uomini in movimento tra le rocce in cui scorre l’acqua.
Durante la notte la fontana è illuminata e ugualmente affascinante da visitare (ci tornerò!).
La piazza della fontana è piuttosto piccola e, dato il grande afflusso turistico, occorre farsi un po’ di strada tra i numerosi gruppi di visitatori.
Alla fontana vengono spesso legate alcune leggende, per le quali in molti usano lanciare monetine dando le spalle alla fontana, compiendo così un gesto propiziatorio augurandosi il realizzarsi di un desiderio. L’origine di quest’usanza non è ben conosciuta ma mi sembra sia semplicemente una moda, forse ora un po’ passata.
Chiaramente in tanti anni non sono mai mancati i ladri di monetine. Cercando sul web vengo a conoscenza che attualmente vengono raccolte e donate alla Caritas di Roma.
La Fontana di Trevi è diventata famosa anche grazie ad una scena del film La Dolce Vita (1964) di Federico Fellini in cui Anita Ekberg entra nella fontana vestita e invita Marcello Mastroianni a seguirla.
La si trova anche nel film Tototruffa 62 con Totò del 1961.
La Fontana è stata anche oggetto di un’azione particolare, la prima di una serie di interventi di alcuni appartenenti ad un gruppo di avanguardia artistica futurista di cui il principale esponente è Graziano Cecchini. Cinque anni fa l’acqua della fontana di Trevi fu colorata di rosso, senza – fortunatamente – arrecare danno al monumento.