Ho già accennato al sito archeologico nel post precedente dedicato ai luoghi da visitare sulla
costa occidentale della Sardegna da Bosa a Oristano ma vista l’importanza storica del sito e la mia passione per i beni culturali ho deciso di dedicarci un post.
Il sito archeologico di Cornus – Columbaris si trova in aperta campagna, nel comune di Cuglieri, non lontano da Santa Caterina di Pittinuri. Sulla SS 292 occorre seguire le indicazioni per il sito, e percorrendo un breve tratto di strada non asfaltata si raggiunge un parcheggio. Dopo 100 metri a piedi si arriva all’area archeologica.
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La Basilica con al centro il fonte battesimale |
L’area dove furono impiantati i primi nuclei abitativi fu occupata dai Cartaginesi verso la fine del VI sec. a.C. che fondarono la città di Cornus.
Della città punica sono rimaste testimonianze quali la cinta muraria e i resti dei monumenti funerari. La città di Cornus divenne famosa soprattutto per essere stata teatro della guerra combattuta dai sardi guidati da Amsicora e suo figlio Josto, alleati con i punici, contro l’invasione romana che fece scoppiare una rivolta nel 215 a.C. Tale rivolta fu soffocata e i due guerrieri persero la vita.
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Un sarcofago |
Durante l’età paleocristiana, vicino all’antica Cornus si sviluppò il centro religioso di
Columbaris. Di tale centro sono identificabili i resti di tre edifici religiosi: la
Basilica episcopale, la Basilica minore con il
fonte battesimale e la Basilica arcaica con annessa
area cimiteriale (
qui una mappa dell’area).
Diverse le tipologie di coperture funerarie ritrovate da quelle in anfore a quelle con copertura di tegole.
La Basilica maggiore orientata in direzione opposta a quella adiacente con il fonte battesimale è suddivisa in tre navate separate da pilastri.
Al centro della navata si trova ancora il basamento dell’altare e di fronte la scalinata del soglio episcopale.
La Basilica adiacente adattata a battistero conserva ancora un fonte battesimale poligonale in origine coperto da un baldacchino.
Attorno a questi tre edifici dedicati al culto e ai riti religiosi si trovano i resti di altre costruzioni probabilmente appartenenti al palazzo episcopale.
Nonostante diversi interventi di scavo e ricerca, anche recenti,il sito non è valorizzato come dovrebbe essere. Si nota infatti uno stato di abbandono (comune purtroppo a diversi monumenti e siti archeologici sparsi per tutta la Sardegna) che non ne permette né una piena valorizzazione da un punto di vista culturale e turistico né un’adeguata tutela del suo stato di conservazione.
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Alcuni sarcofagi coperti da erbe e piante |
Le erbacce e le piante infestanti, infatti, crescono ormai incontrollate sulle antiche tombe dell’area cimiteriale e sulle rovine delle antiche basiliche accelerandone il degrado.
Anche il centro di accoglienza costruito vicino al parcheggio sembra che non sia mai stato aperto al pubblico.