Un film molto interessante quello proposto da Paolo Sorrentino regista diventato famoso per il film Il Divo.
Si tratta di una bellissima interpretazione da parte di Sean Penn nei panni di Cheyenne, una ex rockstar ritiratosi a vita privata per crisi vocazionale e che dopo la morte del padre si mette alla ricerca del criminale tedesco che lo umiliò nei campi di concentramento di Auschwitz.
La tematica dell’olocausto é forse banale e risulta un po’ stonata in questo genere di film. Ricorda molto Ogni cosa é illuminata di Schreiber, dove il protagonista era in viaggio in Ucraina alla ricerca delle origini della propria famiglia sottoposta a torture naziste.
In This must be the place l’ex rockstar non é solo in cerca di un criminale ma rilegge tutta la sua vita e il suo essere uomo riguardando 30 anni di silenzio nel suo rapporto col padre, lasciandosi toccare dall’incontro con alcune persone durante il suo viaggio.
Quello di Cheyenne é un viaggio che comincia dalla routine del percorrere le strade tranquille dell’Irlanda in compagnia di un carrellino per la spesa, per continuare sulle strade lunghe ed isolate dell’America in compagnia di un trolley. Alcuni critici indicano in questo il simbolo di un senso di colpa che il protagonista si porta dietro.
Il personaggio descritto da Sorrentino é interessante sotto vari punti di vista. Un uomo che nonostante la propria tristezza e depressione, che comunica anche tramite il suo trucco e il suo black look, riesce a trasmettere del bene e a provocare lo spettatore tra una battuta e l’altra con domande più serie su diversi aspetti della vita. E’ una persona che per certi versi sembrerebbe fallito ma per il quale il desiderio di essere uomo veramente può ancora trovare delle risposte.
La caratterizzazione dei personaggi é ben riuscita per il protagonista ma meno per gli altri. Molti i dettagli che permettono di descrivere certe scene. Ad esempio alcune ambientazioni scenografiche come quelle di alcune case permettono di descrivere bene la vita e il carattere delle persone che vi abitano. Alcuni di questi dettagli pare non abbiano un loro significato e allo stesso tempo il finale é poco chiaro e lascia perplessi.
Nonostante questo, la fotografia e la regia sono ottimi e il film é uno di quelli che lascia degli spunti interessanti. Si fa ricordare per la sua originalità specie nel carattere dei personaggi di cui parla nonché per la rara e ottima ironia che spezza continuamente la trama abbastanza drammatica del film.
Per chi ha visto il film consiglio questo link: http://www.repubblica.it/online/esteri/rotelle/rotelle/rotelle.html