Di certo la crisi economica, la caduta del governo, una classe politica che non sa come muoversi ci prospetta un futuro incerto sotto vari punti di vista. Ma occorre starci davanti come i nostri nonni sono stati davanti alle macerie della seconda guerra mondiale. Magari recuperando quella fede e quell’intraprendenza che caratterizzano la nostra cultura.Se vuoi sapere cosa facevo un anno fa a Parigi clicca qui.
Più di un anno fa cercavo lavoro in Italia. Avevo inviato moltissimi curriculum ma non avevo trovato pressoché niente. Sapevo che trovare nel mio settore non sarebbe stato facile ma speravo che allargando la mia disponibilità in tutta la penisola avrei trovato qualcosa, magari non economicamente vantaggioso, magari non proprio il mio ambito di lavoro, una piccola possibilità da cui partire insomma. E invece le cose sono andate in maniera differente. Mi ricordo che rispetto ai curriculum che inviavo ottenevo più silenzi che risposte negative.
Per cui decisi di provare a cercare all’estero e inviai una mail in Francia, in quanto al liceo avevo studiato il francese. Mi risposero subito e mi si presentò un’importante opportunità di lavoro, proprio nel mio ambito.
Così, dopo sei anni lasciai Firenze e partii per Parigi. Ho passato lì tre mesi . Mi sono trovato davvero bene. Al lavoro facevo quello che mi piaceva, mi sentivo valorizzato e non sfruttato. Imparavo cose nuove e mi davano spazio come se io potevo insegnar loro qualcosa. Ho inoltre avuto la possibilità di tornare nello stesso posto per altri quattro mesi dopo un breve rientro italiano.
A Parigi mi ero trovato benissimo: una città bellissima, ricca di tante cose da vedere, con trasporti funzionanti. Un po’ di problemi burocratici che però una volta affrontati ti permettevano di vivere tranquillo. Insomma avevo trovato il lavoro ideale nella città ideale.
La tempestiva risposta alla mia prima mail mi aveva un po’ fatto credere di poter avere in Francia ulteriori possibilità. Dopo un mese e mezzo a Parigi avevo iniziato a cercare lavoro oltralpe ma non ho avuto possibilità concrete di rimanerci. Ammetto che mi ero un po’ illuso. Anche in Francia la crisi si fa sentire e quindi non ho avuto altre opportunità.
Nel frattempo sono passati mesi e dopo l’invio di curriculum in tutta Europa ho ricevuto qualche risposta dall’Italia. Allo stesso tempo dopo quasi un anno a Parigi avevo voglia di ritornare in Italia e di iniziare a costruire qualcosa qui anche in mezzo a molte difficoltà.
Sono tornato da Parigi con più voglia di fare e di lavorare in un paese in cui tutto sembra volgere al peggio e dal quale tutti vorrebbero scappare.
Sono tornato da Parigi riscoprendo il valore e la bellezza di tutto quello che ho lasciato, le nostre città ricche di storia, gli affetti familiari, le amicizie (e non di poco conto il cibo).
E’ vero all’estero ci sono degli aspetti della vita che sono senz’altro più affascinanti (per molti anche più opportunità di lavoro) ma per altri versi non é così.
Lavorare all’estero é una grossa opportunità che auguro a tutti, ma forse ritornare é ancora più bello, sebbene più coraggiosa come azione.